Set 23, 2017Alberto BortolottiAltri Sport, Basket, Notizie in evidenza0
– di Alberto Bortolotti –
6, 3 e 4 punti. Sono i margini delle sconfitte Virtus nei tornei a cui ha partecipato contro squadre di A, rispettivamente Sassari, Reggio Emilia e Varese. Scarti ridottissimi, equilibrio conclamato ma qualche mugugno lo stanno generando, un po’ temperato dalla vittorie su Brindisi e Pesaro. Io trovo che qualche legnata nei denti, invece, serva tantissimo e che solo se si è convinti di andare a Trento da sfavoriti si possa sperare di fare risultato. No, qui pare che abbiamo già vinto l’Eurolega. Calma e gesso.
La Fortitudo è stata più altalenante, meno decifrabile anche perché decimata dagli infortuni e vittima di un pronosticato (ma evitabile) girovagare come anime in pena da palestra a palestra e ciò non aiuta processo di mutua conoscenza e stabilità tecnica. Facile dedurre che ci possa essere un’andata che contenga i danni per poi provare a esplodere nel ritorno verso i play-off. E facile ritenere che il più agitato (giustamente) per una preseason così volatile sia coach Boniciolli. E non credo, stavolta, per colpa dei giornalisti.
Intanto, come da foto, il parquet itinerante (resta un mistero il perché il Comune abbia autorizzato il temporaneo espianto: di fatto non è quasi mai stato usato) da ieri sera è tornato a casa, al PalaDozza. Contando che l’acquazzone al Torreverde lo abbia solo scalfito, non rovinato, ora attende il rimontaggio, la verifica delle luci e l’uso l’8 di ottobre nella prima casalinga della V nera ritornata al suo posto. Nemmeno l’Unipol Arena, comunque, è stata esente da restyling. Come mostra la foto, sarebbe stato forse problematico più lì che non in centro l’avvio di una stagione cestistica. E le modifiche non vanno in senso sportivo: quell’arena serve, ora, soprattutto ad altro.
E infine, a proposito di impianti restituiti alla città, il sabato al Cierrebi – che si appresta a cambiare nome – è stato Open Day, con 150 ragazzi e le famiglie a riaffollare gli spazi (al palazzetto, come si vede, si fa anche ginnastica). Proprio per questo risulta difficile sostenere che le scelte di chi lo sta acquisendo e di chi lo gestisce non siano prettamente sportive. Che cosa capiterà, poi, un giorno, degli spazi commerciali e di tutte le “aree compensative” legate al Dall’Ara al momento è impronosticabile.
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