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Donadoni: “In questi tre anni ottenuti i risultati che dovevamo raggiungere. Nessun rimpianto per il no alla Nazionale”

Roberto Donadoni ha parlato in conferenza stampa alla vigilia dell’ultima di campionato, sul campo dell’Udinese alla ricerca degli ultimi punti salvezza
– di Calogero Destro –

Roberto Donadoni ha parlato in conferenza stampa alla vigilia dell’ultima di campionato contro l’Udinese, con i friulani alla ricerca degli ultimi punti salvezza: “Non è che domani conta. Conta sempre. Andiamo ad Udine, anche con chi non è al massimo delle condizioni perché credo che sia una partita da affrontare al meglio, cercando di portare a casa l’obiettivo. Gonzalez non sarà con noi, come Helander, squalificato. Anche Palacio è out. Destro non si è praticamente mai allenato. Di Francesco? Non è al 100% ma migliora”.
Sull’incontro con i gruppi della tifoseria avvenuti in settimana: “Un incontro fatto con quelle modalità è stato positivo: i ragazzi ci hanno accompagnato alla fine dell’allenamento e abbiamo parlato con grande serenità. Sono rimasto piacevolmente impressionato da quello che hanno espresso. Quando vado in giro per la città sento tante cose positive e questo mi dà grande forza, maggiori stimoli. Se è cambiato qualcosa negli ultimi dieci giorni? Non dovete chiederlo a me“.
Sul suo rapporto con la società e sul bilancio di questo triennio, il tecnico bergamasco si è espresso così: “Chi guarda da fuori fa un po’ di fatica a dare giudizi. Per quanto mi riguarda io continuo a lavorare in maniera serena: con i miei interlocutori all’interno della società non è cambiato nulla. E’ chiaro che ci può essere un po’ di rabbia dopo la sconfitta, ma ci sta. Domani la mia ultima partita? Io non lavoro sulle sensazioni, ma sui fatti. In questi tre anni credo che io abbia ottenuto ciò che mi era stato chiesto. Ma nulla toglie al fatto che si può fare sempre meglio. Sono arrivato trovando una squadra in difficoltà e abbiamo fatto bene. Quello che mi dispiace è non essere riusciti ad incrementare il bottino a livello di punti. Ma non siamo mai stati in condizione di temere la retrocessione. Dei giocatori, come Diawara, Verdi e Pulgar, sono stati valorizzati e mi auguro che ce ne possano essere altri. Questa dev’essere l’ambizione. Bilancio di questi tre anni? Bisogna considerare tanti aspetti: dagli investimenti fatti al tempo di cui necessitano alcuni giocatori per poter crescere. Ma non sono tante le squadre che riescono a “tirare fuori” due/tre giocatori all’anno. Il nostro presidente ha sborsato tanti milioni affinché questa società tornasse ad essere dove meritava. Poi è giusto pensare di avere ancora di più. Nazionale? Potevo andare: ma sono rimasto con la coscienza di continuare all’interno di un progetto di questo tipo. Un impegno come quello col Bologna per me era prioritario e ho cercato, e cerco di portarlo avanti nel modo migliore”.