Le evoluzioni del caso sponsor in casa Fortitudo, le possibili ripercussioni future e le conferme su una città ormai troppo credulona

- di Alberto Bortolotti -

Al di là dell'impatto straordinariamente negativo sull'immagine del club e della città, non è facilissimo ricostruire quel che è capitato in Fortitudo. Intanto, giustamente, sono stati diffusi pochi particolari. Forse pure troppi, in ottica di difesa legale. Il ruolo di intermediazione in pubblicità esiste ma mai in funzioni così determinanti. Soprattutto se il vice presidente di Metano Nord, Barzaghi, era a conoscenza della trattativa (come sembra sia avvenuto, secondo quanto filtra da Castelmaggiore) e poi è risultato irreperibile, risulta strano che il Carlino lo abbia rintracciato e intervistato. Però qualcuno dell'azienda avrà inviato alla F il logo in vettoriale da mettere sulle maglie: difficile che ne disponga un esterno.E ancora: come può essere che un contratto di simile portata economica (700 sono troppi? Ma anche 500 sono una cifra sbalorditiva per il basket, non per l'A2 !) non preveda il fatto che le due amministrazioni si parlino, si definiscano i tempi delle fatture e dell'anticipo, prima che si dia il via all'operazione maglie? Ed è vero che è stata categoricamente smentita l'ipotesi di aver pagato la mediazione o una parte di essa, ma allora dove sta il raggiro? Si può ragionevolmente pensare che tutto ciò che è accaduto sia gratis, e chi è sparito lo abbia fatto solo per la vergogna, e non per motivazioni meno confessabili? Certo, se nessun danno è stato dato alle casse Fortitudo, meglio. Ma tutto, al momento, si colloca oltre i confini del grottesco. Un altro aggettivo non mi viene. Cosa fatta, capo ha. Di solito eventi di simile portata portano a un ribaltone dei quadri dirigenziali. Al momento si è scelta una via, quella della rimozione di metà dell'ufficio marketing (provvedimento super minimalista), anche perché - immaginiamo - non è così facile, dato il momento e l'estrema particolarità del mondo Fortitudo, trovare un surrogato a Pavani. La risposta ultra-tempestiva della Fondazione suona come un "non abbiamo alternative", ed è probabilmente vero. Non è stato sempre così, nel senso che la Fortitudo ha messo in organico, nel passato, fior di professionisti con curriculum nazionali e internazionali di tutto rispetto. Penso a Giancarlo Sarti, Santi Puglisi, Enzo Lefevre. Ora, negli ultimi anni, il club è fatto di tifosi proprietari, tifosi dirigenti, tifosi tifosissimi che tifano (il vero polmone, specie economico), tifosi che allenano, tifosi che giocano, tifosi che sponsorizzano, in un quadro di totale auto referenzialità. Unico nel panorama sportivo italiano, direi. E bellissimo tanto quanto fallace. A un certo punto la managerialità deve prevalere, sennò si finisce ogni anno vicini, ma non dentro: alla serie A, chiaro.In Virtus - per dire - la proprietà non è nemmeno bolognese, pure se è legata alle Due Torri. Il GM prima torinese, poi reggiano. Serve a non fare errori? Certo che no. E' utile però a ridurli. Ora si tratta di rifare il budget (operazione non banale, mi sentirei di dire) e sarà inevitabile pescare, per la maglia, in chi già c'è. Convincere uno di fuori...è complicato. La squadra esiste, il tecnico e i giocatori lavorano. Loro, e il muro biancoblu, sono una certezza. Tre notazioni finali. Sì, questa città è credulona. Lo è diventata, non lo è sempre stata. Si sventolano disegni luminosi e li si accetta senza filtro. Vi offendete? Ah, non so cosa farci. è così. Poi io non sono mica estraneo, son nato al Sant'Orsola. Ma è un andazzo che non mi piace, e lo scrivo. Secondo fatto, e torniamo in Fortitudo. La sensazione è che, tra alti e bassi, funzionasse la coppia Boniciolli-Pavani. Sarebbe bastato forse solo avere un direttore sportivo: vero, di personalità. I tuttologi non servono. In ogni caso senza uno, l'altro ha meno certezze. Da ultimo, bastava telefonare a Daniele Fornaciari. Imprenditore e presidente di Fondazione Virtus. Sulla mia bacheca Facebook ha scritto che un'occhiata ai bilanci di Metano Nord rendeva, da sola, impercorribile la strada di una sponsorizzazione contabilmente mirabolante. Oh, a Verona risulta che questi siano stati inappuntabili. Però l'ingordigia non paga mai.
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