Il Torino ha perso con un risultato forse troppo severo visto quello che la formazione granata è riuscita a creare nel primo tempo. Non appena, nella ripresa, il tecnico avversario Di Francesco ha spostato un uomo accanto a Schick, gli uomini di Mazzarri hanno subito e si sono arresi dopo lo svantaggio

-di Alberto Gervasi-

Il calcio, a volte, gioca anche lui ad essere una scienza esatta. E' successo a Roma, dove il Torino ha perso contro la squadra di casa e ha incassato la terza sconfitta consecutiva sotto la gestione Mazzarri. Hanno segnato Manolas, che ha esordito in serie A in maglia giallorossa insieme con Davide Astori nell’Agosto di 3 anni fa, e poi De Rossi che, fra i giocatori capitolini, è stato il più colpito dalla tragedia. Il capitano romanista non ha esultato al gol, ma i suoi pugni chiusi e il silenzio hanno detto tanto. La rete di Pellegrini, che ha esordito in serie A con Astori in campo, e gli assist di Nainggolan, compagno di squadra al Cagliari e alla Roma, hanno chiuso la carrellata di momenti che hanno avuto il difensore incredibilmente scomparso come filo conduttore. Al resto c’ha pensato lo stadio “Olimpico”, platea rispettosa del dolore durante il minuto di silenzio e tifoseria romantica nei cori nel pre-partita. Per il Torino, che ha giocato metà gara sui livelli della trasferta contro la Sampdoria, alla fine il passivo è stato troppo pesante. Mazzarri ha perso il confronto diretto con l’amico Di Francesco, e la sua squadra ha subito per la prima volta 3 in una sola partita.Il problema della formazione granata è stato l’atteggiamento dopo lo svantaggio: il Torino ha smarrito in un attimo tutte le certezze e ha deposto le armi. La squadra, dopo il gol di Manolas, è stata vittima di se stessa e di una routine che, come contro la Juventus, l’ha vista macinare gioco senza segnare, e sciogliersi dopo aver subito la rete avversaria. Nemmeno i cambi di Niang per Falgue e Edera per Acquah hanno dato la scossa. L’ingresso del giovane attaccante ha mutato il tema tattico, con la riproposizione del 4-2-3-1 con Rincon e Baselli a centrocampo e la batteria di trequartisti dietro a Belotti: a questo punto la Roma, sapientemente orchestrata dal suo allenatore e non troppo condizionata dall’impegno europeo di martedì, ha deciso di mettersi a specchio con l’ingresso di Gerson per Under e l’avanzamento di Nainggolan sulla trequarti. Il Torino, quando doveva osare per cercare di riprendere la partita, ha finito col concedere spazi in cui i giallorossi si sono esaltati, e Mazzarri, con questa sconfitta, numericamente ha fatto il pari con i successi da quando siede sulla panchina granata. Il tecnico dovrà lavorare in maniera certosina per correggere i troppi sbandamenti. La squadra ha avuto il limite di non sapersi adattare al repentino cambio di punteggio, senza riuscire a riprendere il bandolo della matassa. L’Europa, viste le partite di domani e gli scontri delle altre pretendenti, potrebbe essere un treno già partito e troppo lontano da raggiungere. Nella testa del tecnico, forse, c’è già qualche pensiero legato al prossimo viaggio, per cui si ripartirà ad Agosto.
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