Zlatan Ibrahimovic è un campione e lui lo sa bene: il suo ritorno al Milan è stata una boccata d'aria fresca per la squadra di Pioli che, dopo nove giornate, si ritrova in vetta alla classifica a più 5 dalle dirette inseguitrici. Merito di questo risultato è in gran parte dello svedese che, a 39 anni, ha svelato di voler ancora giocare a calcio finché ne avrà la possibilità. E, nonostante l'infortunio muscolare che al momento lo tiene lontano dal campo, l'attaccante rossonero era presente ieri allo stadio per caricare i suoi compagni così come fa un vero leader.

Intervistato dai microfoni dell'Uefa, Ibrahimovic ha raccontato il perchè del suo ritorno al Milan e cosa lo ha convinto a rimettersi in gioco alla sua età: "La vita è tutta una questione di sfide, sentivo di aver fatto abbastanza e ho iniziato a pensare se continuare o meno. Per me era una grande sfida tornare qui e cercare di cambiare la mentalità per cambiare la situazione e trasmettere alla squadra cosa fosse il Milan, il Milan che conosco io, il Milan che tutto il mondo conosce".

Un ritorno che, come tanti ex, poteva passare in sordina ma lui sapeva di poter fare la differenza e per questo motivo ha scelto di indossare nuovamente la casacca rossonera: "La prima domanda che mi hanno posto quando sono tornato al Milan era relativa a tutti gli ex che erano tornati qui e non avevano reso secondo le attese, non riuscendo a ripetere ciò che avevano fatto nella loro prima esperienza al Milan. Quale sarebbe stata la differenza nel mio caso? Io ho risposto semplicemente: 'Non ho mai perso la passione per ciò che faccio'".

Se c'è una cosa che Ibrahimovic sa e che non ha alcuna intenzione di smettere nel breve tempo e, infatti, conferma: "Ogni volta che scendo in campo mi sento come un bambino che mangia una caramella per la prima volta. Ho capito che il pallone è il mio migliore amico e voglio stare con il mio migliore amico per il resto della vita".

Una dichiarazione importante quella dell'attaccante svedese, che ha poi ribadito la sua voglia di continuare a giocare finché gli sarà possibile: "Non vedo molti giocatori, nel passato e nel presente, capaci di fare lo stesso. Mi considero come Benjamin Button, ogni giorno che passa ringiovanisco. Prometto che giocherò finchè riuscirò a farlo, finchè ne sarò in grado giocherò ad alto livello. Il giorno in cui non riuscirò più smetterò di giocare perchè ho bisogno di sentirmi vivo, di sentire che sto restituendo qualcosa".

 

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