Valerio Grimaldi, avvocato e procuratore catanese, suggerisce la formula per cambiare il calcio italiano a partire dai giovani. Noce e Palermo..

-di Rosario Sortino-

Valerio Grimaldi è un avvocato di Catania, cresciuto a Milano. Si è specializzato nel ramo sportivo, seguendo vicende di carattere nazionale come il filone di calcio scommesse di qualche anno fa. Poi la “scintilla”, dai tribunali al campo vivendo un nuovo approccio con i calciatori fino a diventare procuratore, per passione e amore per il calcio. Oggi a soli 35 anni cerca di affermarsi tra Milano e Catania in un mondo assai faticoso ma affascinante.  Avvocato, come vede il calcio attuale? “Credo che ci sia un gran bisogno di rifondare così come la Germania dopo la sconfitta nell’europeo del 2000. Nel calcio ci si deve stare per passione e non per interessi personali. Bisogna crescere, cominciando dal settore giovanile”.  Ha piena fiducia nel futuro?     “Alcune squadre come il Milan hanno già dato un segnale forte, richiamando Maldini e Leonardi. Per l’Italia ci vorrebbero figure come Baggio, Pirlo, gente pulita e di caratura mondiale.  E’ troppo politicizzato il calcio mentre io lo vedo sempre come uno sport che deve tornare alle origini”.  Nel particolare del suo lavoro, come vede i giovani siciliani?   “Penso che non sia facile emergere in generale ed a maggior ragione in un territorio dove c’è carenza di strutture come la Sicilia. Ma c’è anche da riconoscere che i settori giovanili delle società professionistiche siciliane, cercano di fare il massimo e spesso e volentieri ci riescono, basti pensare al gran lavoro in questi anni del Palermo, realizzando svariate plusvalenze una su tutte La Gumina vendendolo all’Empoli per circa 10 milioni, questo evidenzia comunque un gran lavoro svolto negl’anni dal direttore Baccin, oggi nel settore giovanile dell’Inter”.  Quale potrebbe essere la soluzione?  “La creazione di centri federali. Costruire delle strutture con allenatori Figc. Già in Sicilia ce ne sono alcuni. Ce ne vorrebbero per ogni provincia, ma ne basterebbero tre per regione. Avere istruttori specializzati per creare delle basi importanti ed un futuro calcistico per i ragazzi validi. Evitando che le scuole calcio, non tutte, possano speculare sulle famiglie".  Come intende il ruolo del procuratore? “Dev’essere visto come un punto di riferimento per i ragazzi.Se troppo giovani, invece, si passa al ruolo di segnalatore o intermediario nei confronti delle società “amiche”.E’ un lavoro delicato soprattutto perché poi devi saper interagire con i genitori”. Che non sempre capiscono…  “No, molte volte i genitori fanno vivere ai propri figli i loro sogni, e questo è lo sbaglio più grande”.  Tra i suoi assistiti anche due siciliani, quasi affermati. “Si e ne sono orgoglioso. Mario Noce, classe ’99 di proprietà del Catania, questa stagione è andato in prestito al Cesena, mentre Marco Palermo, classe ’95 gioca da cinque stagioni nel Siracusa.  E’ tra i protagonisti della scalata dall’Eccellenza alla Lega Pro, l’anno scorso senza penalizzazione, avrebbe meritatamente raggiunto i playoff. Un leader per intenderci, è in scadenza di contratto, stiamo cercando con non poca fatica un incontro con la società per parlare di rinnovo, in estate il loro Responsabile del settore tecnico, ci aveva parlato di Marco al centro del progetto, questo ritardo mi lascia un po’ perplesso.È il capitano aggiunto a soli 23 anni di una società ambiziosa e solida come il Siracusa e gode della fiducia di un tecnico preparato come Pagana, confidiamo di definire in poco tempo con il Presidente Alì”. Quando arriva l’intuizione per un calciatore?  “Aspetto che si accenda la lampadina. Sono anche allenatore Uefa B, per avere un occhio più tecnico. Non è semplice capire il potenziale di un ragazzo. Vado a intuito, a sensazione. Più che seguire quei nomi che cercano tutti ho sempre voglia di scoprire la novità tramite una giocata, un tiro, dei movimenti, inoltre, presto sentirete parlare, a livello giovanile, di un centrocampista classe 2003, che sto seguendo con molta attenzione”.  Le brillano gli occhi..  “Si è la mia vita. Sono sempre in giro, lavoro e viaggio per tutta l’Europa, sempre alla ricerca di ragazzi interessanti. Da poco sono tornato dal Ghana per selezionare dei ragazzi validissimi e in crescita, sempre nell’accezione pulita del termine. Insomma, ci fermiamo poco. Adesso però sono in Sicilia per qualche giorno”.  Si ringrazia per l'intervista il collega e amico Rosario Sortino.
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