Sette partite già rinviate, la sosta adesso per le partite della Nazionale: il basket femminile ha completato la prima tappa della stagione. E la Segafredo Women se non la maglia rosa ha la maglia ciclamino ( che nel Giro d'Italia è pure sponsorizata Segafredo  ) di chi sta dominando la classifica punti nel silenzio più totale: sono D'Alie, Bishop, Tassinari e compagnia bella le vere vittime della situazione. 6 vittorie, una sola sconfitta per di più ai supplementari in trasferta sul campo di una grande come Schio dominata per almeno 38 minuti. Bisognerebbe parlare di loro: non tanto, il giusto, ma per meriti accumulati. Peccato che ora un campionato già invisibile sui media, anche per colpa nostra, si prenda una lunga vacanza.

Velasco per Djordjevic e Sacchetti

Chi vince festeggia, chi perde spiega: è una delle frasi più note di Julio Velasco. Il  quale  festeggia in questo autunno inedito e doloroso, con tutte le partite della Superlega saltate per Covid in questo fine settimana, i 30 anni dal Mondiale di Volley vinto in Brasile da una Nazionale italiana che lui aveva impostato per vincere contro i luoghi comuni prima che contro gli avversari, sapendo che superati i primi sarebbe stato più facile battere anche i secondi. Con tre sconfitte consecutive in casa Djordjevic, e con l'ennesima sconfitta di un campionato indecifrabile per arrendevolezza e per mancanza di spessore Sacchetti, entrambi i tecnici di Basket City hanno tanto da spiegare. Ma, per effetto del coronavirus, mancando il pubblico alle partite, e avendo come unica valcola di sfogo i tifosi i social, sono spiegazioni che non convincono nessuno. Abbiamo capito tutti subito che in questo campionato non ci sarebbe stato il fattore campo, non avevamo però messo in preventivo quanto le porte chiuse avrebbero avuto un impatto economico sui conti dei club ped emotivo sul rendimento delle squadre. E questo senza dare scuse alla Segafredo o alla Lavoropiù.

I problemi in Virtus

Adams non difende; Abass, prima dell'assenza per coronavirus da cui forse tornerà addirittura meno tonico, non incide per niente, sembra un pulcino spaventato; Alibegovic e Tessitori sono alterni, come quei giocatori che ancora fanno fatica a digerire il salto di qualità. Facile dire che i quattro acquisti di un mercato sontuoso sono sotto alle attese. Ma il problema più grande in casa Virtus è che i titolari non sono, nè individualmente nè collettivamente, al livello dell'anno scorso. Sembrano un po'tutti la copia sbiadita della passata stagione. Soprattutto, segnale preoccupante per Djordjevic, emerge anche una certa stanchezza rispetto alla leadership di Teodosic, perchè è facile stare a tavola al banchetto dei suoi assist, ma è difficile sopportare certi finali sempre uguali, con scelte sbagliate e nervi che saltano. Un rebus per il coach che ha sempre detto di non avere gerarchie fisse, e che però un ruolo preciso lo ha affidato proprio a Teodosic. E qui, se ci fate nota, non abbiamo citato, volutamente, nessuno degli altri giocatori: non è un problema di individui, ma di gruppo.

I problemi in casa Fortitudo

Torniamo al fattore campo. Ognuno di noi, a Basket City, ha nella memoria un  numero discreto di partite vinte dal pubblico. I mandanti stavano in tribuna, e diventavano killer anche giocatori impauriti. Senza tifosi, la Fortitudo sta scadendo a un livello che nemmeno infortuni e assenze varie giustificano. E, soprattutto, senza tifosi, ovvero senza dialogo con il suo cuore e la sua pancia, la Fortitudo paga il conto doppio a ogni stress. Singolare il fatto che sia rimpianto Martino, in pratica lasciato andare perchè aveva perso il derby trattando la partita non da fortitudino, e che adesso la stessa accusa, di mettere in campo una Fortitudo senza maroni, detta come va detta, sia imputata a Sacchetti. Il problema grosso però non sembra di qualità ma di misure: la società aveva disegnato una stagione lunga, probabilmente esagerando con la voglia di tornare a giocare le coppe, mentre la squadra si è rivelata in fretta corta. Come accorciare la distanza ? Bisognerebbe avere la forza di non guardare la classifica, sapendo oltre tutto che problemi di retrocessione, per demeriti altrui, non ce ne sono. Bisognerebbe abbandonare una certa grandeur in nome della praticità che chiedono i tifosi via social. Si possono perdere le partite, non si può perdere la faccia dicono, in sintesi, i messaggi che un po'tutti abbiamo ricevuto. Perchè è scomparso il fattore campo, ma si sta imponendo il fattore whatsapp.

Magico Basket Camp

La massima tratta oggi dal libro ideato da Kobe Bryant, che è un viaggio dentro quel mondo sconosciuto tante volte agli stessi protagonisti che è una squadra, è un assist per Sasha e Meo: Non puoi salire sulla cima con un salto. Ci vogliono centinaia di piccoli passi impercettibili

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