Il cambio in panchina, la probabile nuova linfa dagli sponsor e l’accesso alla Champions, rilanciano la Fortitudo e Basket City Lo scorso fine settimana avevo cercato Christian Pavani per invitarlo a fare uno Skype su Telesanterno e chiacchierare di basket. Domenica mattina il Presidente mi ha risposto che aveva fissato una conferenza stampa per giovedì (scorso), quindi - giustamente - non si voleva bruciare. Mi fu confermato che sì, la Champions era ed è un obiettivo perseguibile. Nel frattempo però sono successe mille cose e comprendo che su gran parte di queste non è il caso di dare troppi particolari finché le acque non sono calme, le firme messe e il futuro delineato. Per cui l'idea di incontrare i giornalisti è stata rimessa nel cassetto, tanto che i più vicini all'ambiente biancoblu, interpellati mercoledì, ignoravano recisamente l'eventualità. Di tutto sono sorpreso tranne che dell'avvicendamento di Martino (non perché io non lo condanni, visto da fuori si tratta di uno dei commiati più inspiegabili della storia): Roberto Martini, una vocale e qualche anno di differenza, forse anche raccogliendo confidenze di persone che sapevano, me lo aveva riferito più o meno a fine marzo. E mi spiace di avergli dato poco peso. In Fortitudo sono stati abili nel camuffare il sentimento di rabbia montato prepotentemente la sera di Natale, doppiato poi dall'incredibile capitombolo con Pesaro. Però non è che non sapessero il peso specifico della squadra. Un loro dirigente, al PalaDozza, prima della cena natalizia, mi confidò: "noi e la Virtus facciamo due sport diversi, non so in cosa possiamo sperare". Recentemente, e credo sempre per non far trapelare l'origine vera del cambio del tecnico, il messaggio che veniva fatto passare era: "Noi e la V rivalissimi sul campo ma alleati in politica". Del resto, era quello che facevano Porelli e Tesini, in questo senso un perfetto rispetto della storia. Ma le tematiche di alleanze, di geografia di Lega in questo momento interessano il giusto. La realtà è che si ri-coltivano sogni di grandeur, e il cognome che li evoca è una bandiera che viene nuovamente fatta garrire al vento, un pò come se i nipoti mantovani dell'Avvocatone Porelli si ri-impossessassero di una V nera che traccheggia, non dell'attuale club ambizioso. Bene, il ritorno di Gelsomino Repesa, uno che resta nel cuore di tanta parte della tifoseria (scudetto, supecoppa, quattro finali per il titolo, una finale di Eurolega), non è una operazione a buon mercato - per come è concepito il basket ora -. Il possibile rientro di Alibegovic come GM (una sorta di Walter Sabatini, con Carraretto ridimensionato a un ruolo bigoniano) foriero di ricordi, sogni e concrete speranze di sponsor. La squadra...vabbè, se c'é la fresca non è un problema. Il cognome, dicevamo. Stavolta si passa da una seconda nipote dell'Emiro, più che dalla cugina (Lorenza e Simonetta, rispettivamente) e da un rapporto, quello con il Mancio, di cui Lorenza - una esperienza al marketing della Fortitudo targata Enzo Lefevre negli anni '90, ora titolare di una avviata agenzia che opera nello sport, non la giovane rampolla che passa il tempo annoiata a contare i fidanzati, tanto per essere chiari - è compagna. Già vicina al gruppo dirigenziale lo scorso anno, il marchio Olio Cuore di famiglia (Simonetta controlla il Gruppo Amaro Montenegro che lo possiede) appoggiò la F nella stagione appena troncata prematuramente (logo sulle canotte). Non certo da "multimegasponsor per spaccare il...fondoschiena ai cugini" come in casa biancoblu periodicamente si vocifera. Un buon apporto, non la svolta. Ma il redde rationem, nella testa di tanti tifosi, è solo rimandato. E le condizioni potrebbero maturare. Non è dato sapere se chi porta il denaro per fare crescere la squadra vuole anche contare in società. Queste mosse ancora debbono maturare compiutamente. E poi ogni bel sogno cela mille tranelli prima di affermarsi. Di sicuro sarebbe un segnale in clamorosa contro tendenza rispetto al Deserto dei Tartari rappresentato dai cesti italiani di oggi. E una ulteriore affermazione di Basket City: Virtus vicina a una possibile reentreè in Eurolega, Fortitudo nuovamente in Europa ma soprattutto nuovamente ambiziosa. L'ultima volta, nella testa di tanti, fu quando si cullò il sogno Saputo, evaporato in poco tempo (eppure erano già pronti i cori...). Solito entusiasmo prematuro, difficile anche da controllare. Domani potrebbe esserci la pietra tombale su Eurolega ed Eurocup. Ma ciò non dispiacerebbe ai canestri petroniani.
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