Sono 16.050 i nuovi casi di coronavirus in Italia, con la correzione del 23 aprile sui dati del Piemonte (ieri sono stati +13.844, qui il bollettino). Sale così ad almeno 3.920.945 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall’inizio dell’epidemia. I decessi odierni sono 360 (ieri sono stati +364), per un totale di 118.357 vittime da febbraio 2020. Le persone guarite o dimesse sono complessivamente 3.330.392 e 19.125 quelle uscite oggi dall’incubo Covid (ieri +20.552). Gli attuali positivi — i soggetti che hanno il virus — risultano essere in tutto 472.196, pari a -3.439* rispetto a ieri (-7.080 il giorno prima), in calo dal 6 aprile.

 

I tamponi e lo scenario

I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 364.804, ovvero 14.770 in più rispetto a ieri quando erano stati 350.034. Mentre il tasso di positività è 4,4% (l’approssimazione di 4,39%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti, più di 4 sono risultati positivi; ieri era 4%. Qui la mappa del contagio in Italia.
 

 

Più contagi in 24 ore rispetto a ieri, a fronte di più tamponi, con un rapporto di casi su test che sale leggermente — oggi 4,4% dal 4% — ma rimane sotto il 5% per il terzo giorno di fila. Siamo al punto massimo della curva in oscillazione, che è comunque un po’ più basso di quello dello scorso giovedì (15 aprile), quando sono stati registrati +16.974 casi con un tasso di positività del 5,3% (vedi il grafico in basso). Il trend si mantiene in discesa, molto lenta. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in Italia si prevedono casi e decessi in calo nelle prossime settimane: nel periodo 11-17 aprile sono stati 103.366 i nuovi positivi e nella settimana 9-15 dovrebbero essere 78.220. Nello stesso arco di tempo, i morti dovrebbero scendere da 2.753 a 1.835 a settimana. Il momento è delicato. «Le riaperture preoccupano un po’ noi medici — dice Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus di Firenze —. I nostri reparti sono ancora pieni. Se dovesse verificarsi una nuova crescita di contagi, ci troveremmo davanti a un problema enorme»

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