Il riassunto di Juventus-Bologna. CR7 apre le danze, Danilo firma l'1-1 di potenza, Pjanic la chiude. Bologna vivo e sfortunato fino all'ultimoL’anticipo serale dell’8^ di campionato pone l’una dinanzi all’altro la Juventus di Maurizio Sarri e il Bologna di Sinisa Mihajlovic. E’ la partita dei numeri: la prima in classifica vuole dar seguito al filotto di quattro vittorie consecutive davanti ai propri tifosi. Gli emiliani, decimi in graduatoria alla luce di prestazioni convincenti prive però di bottini pieni nelle ultime quattro gare, devono fare i conti con gli infortuni di Medel, Tomiyasu e Destro, ma ritrovano in panchina il loro condottiero numero uno, il guerrero Sinisa presente all’Allianz. Il tecnico rossoblu non cambia veste alla propria squadra optando ancora una volta per il 4-2-3-1, con le uniche ‘modifiche’ di Mbaye, Svanberg e Palacio rispettivamente sulla corsia destra, nella zona nevralgica del campo e nel reparto più offensivo di gioco. I presupposti per una sfida vivace e ricca di insidie ci sono tutti e il primo tempo non tradisce le attese: i fulmini a ciel uggioso di Ronaldo e Danilo, infatti, sono testimonianza di quanto lo scetticismo e le paure lasciati trapelare ieri in conferenza da Sarri siano giustificati dinanzi a un Bologna vivo, ben organizzato e voglioso di rispondere sul campo alla presenza in panchina di Mihajlovic. Se la Juventus, in un primo periodo, riesce a prender campo costringendo i rivali ad arretrare a ridosso della porta difesa da Skorupski, il Bologna dimostra di tenere botta e non perdere mai la testa, spaventando, anzi, i padroni di casa con le numerose ripartenze targate Palacio, Orsolini e Sansone. Così, al vantaggio siglato al 19’ dal marziano bianconero con il numero 7 - gran botta di destro sul primo palo su cui probabilmente Skorupski potrebbe fare di più a seguito di un grave errore di Krejci in fase di ripiegamento -, risponde, al minuto 26’ il difensore rossoblu Danilo, che traduce un’azione elaborata da calcio d’angolo dei suoi in un siluro in diagonale imparabile per Gianluigi Buffon. I presentimenti di Sarri, di conseguenza, diventano a poco a poco una rabbia irrefrenabile, punita con l’ammonizione dal direttore di gara. Oltre al risultato, ad essere in equilibrio sono anche i gialli estratti da Irrati ai danni di ambedue le squadre, uno per parte: a finire sul taccuino dei cattivi, al termine dei primi 45’ di gioco, sono infatti Sansone e Rabiot.Se si volesse dare nome alla seconda pellicola della gara, non ci sarebbe forse titolo più adatto di 'Chi si ferma è perduto'. Il raddoppio della Juventus firmato da Pjanic al 54’, infatti, è figlio di un appannamento totale del Bologna dinanzi al pressing altissimo portato avanti dai bianconeri ad inizio ripresa: il bosniaco sfrutta al massimo un pasticcio difensivo rossoblu da horror movie e insacca la sfera con un destro chirurgico sul primo palo che non lascia scampo a Skorupski e co. Il blackout può costare caro ai felsinei, che, per rimanere in partita, devono ringraziare il proprio portiere, una saracinesca davanti alla bomba fatta esplodere una manciata di secondi dopo da Khedira prima che il tedesco lasci il posto a Bentancur. Ancor più fantascientifica è la reattività che l’estremo difensore del Bologna mostra al 64’ nello sventare alla grandissima il rasoterra forte e teso sul primo palo di Higuain sul cross in corsa dalla sinistra di Alex Sandro. Il tirare il fiato della Juventus nella fase centrale del secondo tempo costa il giallo a Bentancur e la necessità di forze fresche nella manovra zebrata. Non è un caso che al 73' Blaise Matuidi prenda il posto di Rabiot. Cambiando il nome degli addendi la Juventus torna prepotente a riversarsi in avanti. Il risultato, tuttavia, non cambia: il vero protagonista dell’incontro, infatti, continua ad essere a pieno merito Lukasz Skorupski, letteralmente mostruoso, tra il 75’, il 77’ e l’80’, nel dire di no al destro a botta sicura di Higuain, al sinistro dai 25 metri di Bernardeschi e al sinistro potente ma non troppo angolato di Ronaldo dal cuore dell’area di rigore rossoblu. Dall'altra parte, è severamente vietato mollare se di nome fai Sinisa e di cognome Mihajlovic, specie nel momento in cui sei ancora in partita: e allora fuori Svanberg e Sansone, dentro Skov Olsen e Santander. Gli esiti? Una chance clamorosa per pareggiare il match, occasione che, però, Orsolini, all’83’, spreca malamente inceppandosi al momento del destro decisivo dopo deviazione pericolosa della retroguardia bianconera alla conclusione dalla distanza di Palacio. Sarri risponde richiamando in panchina il Pipita e gettando nella mischia il tasso tecnico di Dybala, ma l’entrata della Joya non produce gli effetti sperati: il Bologna, infatti, è costantemente in attacco nel finale di partita e al 92’ beneficerebbe anche di un calcio di rigore se il cross dalla destra di Skov Olsen non colpisse il piede prima ancora del braccio (a tal punto involontario) di De Ligt nell'area di rigore juventina. Una manciata di secondi più tardi, sulla punizione battuta dalla destra da Orsolini, imperioso è lo stacco di testa di Santander, che ruba il tempo all’intera difesa avversaria ma centra in pieno la traversa prima di incrociare un autentico miracolo di Buffon, allo scadere, su una rovesciata spettacolare ma troppo centrale. E’ questo l’ultimo atto di un match bellissimo che vede la Juventus soffrire e portare negli spogliatoi tre punti importantissimi davanti a un Bologna vivo e pericoloso sino all’ultimo, sfortunato nel non trovare il pareggio sul finire del match ma di certo in grado di rendere orgoglioso Mihajlovic e tutti i sostenitori rossoblu presenti all’Allianz.
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