Ancora una sconfitta per il Torino di Longo, la sesta consecutiva. Contro il Napoli giusto l'approccio, poi la squadra si è sfaldata senza reagire Un  passo in avanti nell'approccio della gara, due indietro per prestazione e risultato. Sì, questo Torino ha ancora tanta strada da fare per raggiungere, prima che la salvezza, un equilibrio mentale e di gioco. Anche ieri, nella cornice del San Paolo che solo pochi giorni fa aveva potuto ospitare il Barcelona, i ragazzi di Longo hanno approcciato bene alla partita salvo disciogliersi come neve al sole dopo le prime avvisaglie di Napoli. La rete del vantaggio partenopeo siglata da Manolas (tutti e 3 i gol del greco al Toro sono stati frutto di colpi di testa) ha spezzato le seppur fragili certezze di Belotti e compagni, indirizzando la gara già dopo una manciata di minuti. I granata, infatti, dopo aver sofferto lo schiaffo azzurro non hanno mai dato l'impressione di poter riprendere la gara, non riuscendo a costruire lo straccio di un'occasione per impensierire Ospina e la sua difesa. Il 3-5-2 con cui Longo ha vestito la sua squadra ha denunciato più di una macchia: a cominciare da Ansaldi, notoriamente fra gli ultimi a mollare e, invece, ieri perfino incapace di risollevarsi dopo i primi svarioni. Un errore dopo l'altro, l'argentino ha costruito la sua partita da consegnare inesorabilmente al dimenticatoio. Lo stesso dicasi per Zaza, confuso, in ritardo di condizione e concentrazione e financo irriverente negli errori che hanno costellato l'ennesima prestazione disastrosa da quando veste il granata. Se il terzetto difensivo ha difeso troppo basso, invogliando gli avanti del Napoli a riempire l'area di rigore, i tre centrocampisti non sono riusciti a cucire la manovra e a collegare fra loro i reparti. In questo senso, si legga la prova offerta da Baselli, al rientro dai problemi fisici che lo hanno tenuto fuori 2 mesi ma incapace di fare da collante fra la mediana e il reparto avanzato. A poco sono serviti i cambi operati nel secondo tempo perchè, se Edera ci ha messo la testa nel dimezzare lo svantaggio a tempo scaduto e rendere meno pesante il passivo, Verdi non ha praticamente inciso sulla sfida. E dire che il trequartista, transitato una stagione al Napoli dopo aver impressionato con la maglia del Bologna, aveva più di una motivazione per incidere nella sfida contro la sua ex squadra che non gli ha quasi mai permesso di mettersi in luce. La sesta sconfitta consecutiva per questo Toro, tre ottenute da Mazzarri e altrettante da Longo, amplia ulteriormente la crisi che sta attanagliando da mesi la truppa granata. Oltre al record di ko consecutivi in serie A (risalente alle stagioni 1999/2000 e 2006/2007) raggiunto, la ricerca frenetica di punti deve fare i conti con il calendario intasato di gare. Sabato prossimo, all'Olimpico Grande Torino, arriverà l'Udinese, parimenti alla ricerca di punti salvezza. Quattro giorni dopo, mercoledì 11, il recupero del match contro il Parma rinviato il 23 febbraio scorso. Due gare che il Torino non potrà permettersi di buttare via. Per conquistare la salvezza, e salvare la stagione, oltre ai calcoli servirà anche il cuore. Lo stesso che i tifosi continuano a chiedere ai giocatori, fino ad adesso invano. (Foto: Twitter SSC Napoli)
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