L'Inter spera nel calendario e guarda alla gara contro la Spal come al jolly per spezzare l'incantesimo. L'entusiasmo dei rossoneri incontra quello di una lanciatissima Lazio

- di Enzo Cartaregia - 

Stati d’animo che si arrestano, davanti lo specchio. Al centro del calendario conta la temperatura che si ha in corpo, più che i dettagli di una classifica alla deriva. Così lontana, eppure così simile, l’Inter sprofonda ed incrocia una Spal versione relitto, in novanta minuti che sanno già di ultima chiamata. Trionfalmente si fa spazio invece il Milan, che divide le acque della classifica e divide la scena con una Lazio esplosiva.

APPUNTAMENTO AL BUIO, STOP INTER – Indietro tutta, l’Inter punta giù alla fine. Se il volo in picchiata è speculare ad un primato lontano 13 punti – ed un’ epoca intera -  ecco proprio il fondo, lì per rimbalzare. E non possono trovare un'altra chiave di lettura gli uomini di Spalletti, in vista della trasferta in Emilia. Scesi uno dopo l'altro i gradini del podio, ma usciti indenni dal doppio spareggio per la Champions, i nerazzurri avanzano verso un obbligatorio punto di svolta. Sfumano allora le motivazioni della Spal, finita in zona retrocessione e ferma al palo da quattro turni. L’andamento in classifica degli azzurri, con due pari ed il successo di Benevento, è paradossalmente migliore rispetto al recente score interista. Al “Mazza”, contro ogni ragionevole premessa, suona insomma l’ultima chiamata. E non solo per una parte.

Spente le luci, nell’anticipo delle 12:30, le distanze si annullano insomma per davvero. Avranno le stesse energie e forse anche le stesse paure, ferraresi e meneghini, dilaniati da fughe in avanti e sorpassi da dietro. Sull’Inter pende ancora l’ombra della Roma, quinta e con due punti in meno. La formazione di mister Semplici guarda invece a Crotone-Cagliari, il match tra le competitor distanti due e quattro punti, col serio rischio di perdere terreno. Ai nerazzurri non hanno però alternative, rischiando di compromettere la marcia in discesa verso Crotone, Bologna e Genoa, in un febbraio che si annuncia di pieno recupero.

Pur in piena crisi, sono soltanto i terzini a muoversi nello scacchiere interista, con D’Ambrosio e Cancelo pronti a tornare in campo dal 1’. Borja Valero e Vecino terranno le redini del 4-2-3-1, col nuovo arrivato Rafihna a partire della panchina. Nulla cambia dal centrocampo in su, ma Sabatini valuta ingressi in attacco, indugiando sui nomi di Javier Pastore e Stanislav Lobokta. Sul fronte emiliano, si farà invece tesoro del pareggio e della speranza guadagnati contro l’Udinese. Non avrà dubbi, Semplici, nel riconfermare in toto gli uomini del 3-5-2 sceso in campo al “Friuli”. Ma Icardi e compagni non vincono dal 3 dicembre. E superato il tour de force, quella che si avvicina sembra l’inevitabile inversione di tendenza. E’ l’ultimo passaggio concesso ai nerazzurri, per non restare al buio.

SCALATE A CONFRONTO. FINALMENTE MILAN - La nuova alba non poteva che sorgere su una sfida dalle grandi aspettative. Forse per la prima volta a San Siro potrà finalmente presentarsi un Milan senza limiti da infrangere. Senza incantesimi incombenti, o blocchi di sorta, i rossoneri misureranno contro la Lazio le speranze di un nuovo percorso. Ed a conti fatti, si incrociano a Milano le due reali outsider di inizio 2018, quella del tabellone europeo e quella della media classifica. Hanno quindi in comune la scalata fatta e da fare, rossoneri e biancocelesti, avanti a passi doppi con la complicità di rivali in affanno. Proprio la Lazio è volata allora al terzo posto, con quattro successi nelle ultime cinque gare valsi il sorpasso su Roma ed Inter.

Altrettante vittorie, ad un Milan con le ossa rotte appena a Capodanno, non si sarebbero invece neanche potute chiedere. Eppure gli uomini di Gattuso hanno innestato la marcia della ripresa, spezzando tutte le catene del non-fatto. L’attuale ottavo posto, che riapre tutto in chiave Europa, è appunto arrivato a Cagliari insieme ad un blitz esterno lontano quanto la gestione Montella. Ed in poche settimane il Milan ha definitivamente scongiurato l’ipotesi di annaspare nella parte destra della classifica, da tenere lontana resistendo a San Siro. Stavolta, avanzando con prudenza, Bonucci e soci sanno infatti di dover pazientare. I pronostici pendono in favore della formazione di Simone Inzaghi, che prima della sosta lasciò Milano tra i rimpianti per una gara che, contro l’Inter, sapeva di vittoria mancata.

Gli aquilotti torneranno al “Meazza” per sciogliere quel nodo alla gola. E ragionevolmente, al Milan basterebbe un pari per non perdere quota, aspettando Udinese e Spal su un percorso meno accidentato, verso la tranquillità. Con questo obiettivo, mister Gattuso confermerà dunque il 4-3-3 dello scorso week-end, col solo Antonelli a sostituire l’infortunato Rodriguez. Ruota invece una pedina per reparto Inzaghi, nel suo 3-5-1-1. In difesa Bastos prenderà il posto di Wallace, come Marusic quello di Basta a centrocampo. Luis Alberto sostiturà Felipe Anderson, alle spalle di Nani. Cambiano dunque soltanto le ambizioni, tra approcci e stati d'animo davvero speculari. Ciò che si rischia è un equilibrio da braccio di ferro. Ingaggiarlo in rampa di lancio, però, è nettamente meglio.

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