Il Torino che ha pareggiato contro i blucerchiati ha interpretato la gara in maniera quasi perfetta, dimostrando maturità nella gestione del pallone e coraggio nel cercare la vittoria anche in 10 uomini.

-di Alberto Gervasi-

Il Torino che ha portato a casa un punto preziosissimo da “Marassi” ha avuto la stessa grinta del suo allenatore che, partita dopo partita, sta cercando di plasmare il gruppo a sua immagine e somiglianza. Il pari è stato frutto delle scelte di Walter Mazzarri e di una squadra che, per lunghi tratti, ha imposto il ritmo e ha costretto la Sampdoria sulla difensiva. L’ ex di turno in panchina ha sfoderato una mossa “vintage” per imbrigliare la sesta forza del campionato: il 4-3-1-2 con cui si è presentato il Torino, con Acquah scelta a sorpresa che ha regalato la panchina a Berenguer e Belotti, sulla carta poteva sembrare un modulo scelto per giocare a specchio con gli avversari, ma il realtà è stato interpretato in maniera diversa dai granata. La trovata di Mazzarri ha riportato indietro di oltre un decennio, quando il tecnico toscano fu artefice del “miracolo Reggina”, condotta dal -15 post Calciopoli a una salvezza insperata. Il reparto avanzato nella gara di ieri, formato da Niang, Iago Falque e l’insolito Baselli, ha ricordato quello amaranto di Bianchi, Amoruso e Foggia. Baselli, infatti, più che trequartista ha agito quasi da seconda punta, mentre Iago si è accomodato sulla fascia destra puntando insistentemente il dirimpettaio Murru. Non un trequartista puro e le due punte, quindi, ma uno schieramento che ha dato ampiezza alla squadra e ha permesso gli inserimenti di Acquah, come in occasione del pari. Il Torino come la Reggina, entrambi figli di un tecnico che non ha mai puntato solamente a difendersi ma, anzi, ha cercato di spronare la sua squadra a osare sempre di più.In fase di non possesso, lo scivolamento di Obi (e poi di Ansaldi) sulla fascia sinistra e l’arretramento di Falque sulla linea dei centrocampisti ha permesso al Torino di schierarsi con un 4-4-1-1 che vedeva Baselli suggeritore dell’unica punta Niang, e due linee (difesa e centrocampo) molto vicine per evitare il galleggiamento di Ramirez e gli inserimenti di Linetty. In marcatura, Baselli ha effettuato un pressing asfissiante sul regista doriano Torreira, mentre Rincon si è preoccupato di seguire Ramirez e di stopparlo prima che l’uruguaiano diventasse pericoloso. Il regista è stato Burdisso, che sul gol del pari e poi dopo ha innescato Falque sull’esterno con lanci precisi dalle retrovie. L’unico neo, se così si può dire, è stata la poca presenza in area quando Niang si allargava sull’esterno per ricevere palla, e qualche momento di stasi dello stesso attaccante che ha poi lasciato il posto a Belotti. Il capitano granata, più che la forma atletica, dovrà ritrovare quella mentale e i movimenti che ne hanno caratterizzato la presenza in zona gol. Positiva anche la reazione della squadra a una situazione di svantaggio, mai successo da quando Mazzarri siede in panchina. Ansaldi è stato confermato sulla linea dei centrocampisti, e chissà che non sarà questa la posizione che l’allenatore gli cucirà addosso anche in futuro, mentre Iago è stato un motorino continuo sulla fascia destra, sempre pericoloso e con grande libertà di movimento. La difesa non ha sofferto praticamente nulla nei 90’, ma è stato il pressing per la riconquista della palla subito dopo averla perso la sorpresa in positivo dei granata, anche dopo l’espulsione di Acquah. Un atteggiamento completamente diverso rispetto alle ultime gare. Il Torino si conferma la squadra che pareggia di più in trasferta (7 volte), e allunga la striscia positiva di 6 risultati utili consecutivi. Sotto la gestione di Walter Mazzarri sono arrivati 8 punti, frutto di 2 vittorie in casa e due pari in trasferta. L’1-1 di ieri lascia invariata la differenza in classifica, con la Samp che dista sempre 5 punti, anche se i doriani dovranno affrontare le grandi quasi tutte in trasferta e potrebbero lasciare qualche punto per strada. Ai granata servirà confermare la prestazione di ieri anche contro Udinese e Juventus, per risalire ancora e lottare per un sogno europeo.
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