Quando il fulmine si fonde col tuono: Marc Marquez, il frantumatore dei record del motociclismo. L'analisi al fotogramma del 7 volte campione del mondoChi ha tempo non aspetti tempo! Per tutti i comuni mortali, tale proverbio altro non è che un invito ad agire in fretta appena viene a crearsi una determinata occasione da cogliere al volo. Ma se ti chiami Marc Marquez - e non sei, di certo, un comune mortale - ecco che il motto suddetto diventa una vera e propria regola e sentenza di vita. Già, perché il razzo di Cervera classe ’93 si conferma ancora una volta il migliore pilota di moto in circolazione, diventando per la 5^ volta campione del mondo nella più alta classe del motociclismo. Lo spagnolo, infatti, domenica scorsa, non ha fallito la prima chance iridata sul circuito giapponese di Motegi, concludendo al primo posto una gara contesa dal solo Andrea Dovizioso sino a due giri dalla conclusione, quando la caduta dell’italiano ha praticamente consegnato a Marquez le chiavi dell’intero campionato. I numeri stagionali del fulmine della Catalogna sono a dir poco straordinari: 8 vittorie e 4 secondi posti in 14 Gran Premi disputati sinora, con un distacco di ben 77 punti in classifica da Andrea Dovizioso, secondo (271 vs 194). Ciò che fa ancor più paura di Marc Marquez è la costanza con la quale questi riesce a far capire a qualsiasi avversario di essere il più forte. Ogni qual volta si trovi in bagarre con i propri rivali, infatti, il 25enne pluricampione del mondo dà la sensazione di aspettare solo il momento migliore per infilare, sorpassare e far assaggiare la polvere al contendente di turno. Il risultato sembra esser già scritto negli annali di ciascun singolo circuito, complice anche una moto - la Honda - performante su ogni tipo di tracciato grazie a potenza, elettronica e guidabilità senza eguali in MotoGP. Non è un caso, infatti, che tra una Ducati detentrice della velocità più elevata e una Yamaha in piena crisi di identità, a spuntarla è, per la quinta volta negli ultimi sei anni, la casa costruttrice di Tokyo. Se a una moto impeccabile come la Honda si abbina, poi, il numero 93 di Marc Marquez, la fusione diventa pura e semplice perfezione. Fuori dal normale è, infatti, lo stile di guida che lo spagnolo riesce ad usare in sella al proprio missile a due ruote: curve tagliate in derapata, moto frequentemente piegata di traverso, consumo mai eccessivo delle gomme, potenza ineccepibile sia in entrata che in uscita dagli archi della maggior parte dei circuiti.Il sorriso apparentemente ingenuo, l’aggressività smisurata e la prudenza spesso evitata, come passeggera, da conducente fanno del ‘Cabroncito’ un avversario quasi impossibile da battere per ogni altro pilota della MotoGP. Il soprannome dato allo spagnolo, che, nella traduzione letterale sta a significare ‘capretto’, sta ad indicare quella buona dose di istinto e testardaggine di cui Marquez è praticamente vero e proprio emblema. Caratteristiche, queste, che hanno contribuito a fare del marziano di Cervera il più giovane pilota di sempre e a conquistare 7 Campionati del Mondo (compresi i titoli vinti in classe 125 nel 2010 e in Moto2 nel 2012) e a vincere 5 titoli in MotoGP (all’età di 25 anni e 246 giorni, frantumando il precedente record di Valentino Rossi, cinque volte iridato in prima classe a 26 anni e 221 giorni). Marc ha, inoltre, dimostrato di essere maturato tanto nel corso degli anni: dalla febbre a quaranta del 2015 contratta durante la battaglia per il Campionato col Dottore di Tavullia sembra passata un’eternità, nonostante la piccola ricaduta nel GP d’Argentina 2018; il 93 della Honda, inoltre, è migliorato tantissimo nella gestione dei momenti e riesce, al giorno d’oggi, a capire quando è necessario affondare il colpo e quando, invece, ci si può accontentare, a fine gara, di un secondo/terzo o quarto posto altrettanto utili in ottica Mondiale. "Nuotare da solo in mezzo al Mediterraneo per l'8° mondiale? Lo farei, nonostante il rischio: penserei ad altre cose ma se necessario lo farei, o al massimo dovrete buttarmi voi. Ma non più di 5 minuti...", ha dichiarato il Marquez impaurito dal mare al termine del GP del Giappone. Parole dal sapore di una mai doma ricerca dell’eccellenza e di una sempre intatta voglia di stupire nonostante una pancia già piena di 5 corone in classe regina. Perché, in fondo, cogliere gli attimi di volta in volta e collezionarli uno ad uno nello scrigno del proprio tempo può permettere di frantumare record ancora più grandi in una carriera già unica e superlativa.
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