Un'immagine di Ondina Valla interpretata da Eleonora Giovanardi nella docu-fiction Rai il Segno delle Donne

Martedì 13 ottobre alle 21.10 su Rai Storia, Ondina Valla, prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi, rivive con l’interpretazione di Eleonora Giovanardi nella seconda puntata de “Il Segno delle Donne”, docu-fiction storica coprodotta da Rai Storia – Anele che, attraverso le intervistate dalla storica e critica d’arte Rachele Ferrario, racconta sei donne italiane che nel Novecento hanno lasciato un segno profondo nella storia culturale, politica e sociale del nostro Paese.

L’attrice farà rivivere il carattere e la personalità della campionessa olimpica, tra vita pubblica e privata, rispondendo sempre alle domande di Rachele Ferrario con parole realmente usate in lettere, diari, colloqui con giornalisti e discorsi pubblici portati alla luce dagli autori, con la consulenza della storica Silvia Salvatici.

Per ripercorrere le tappe della sua vita e della sua impresa sportiva, realizzata nel contesto storico sociale del Fascismo, in cui una donna per discostarsi dai classici ruoli femminili del tempo non poteva che essere straordinaria, anche immagini inedite provenienti dagli archivi di famiglia, filmati di repertorio e testimoni illustri, come il figlio Luigi De Lucchi, la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972 Paola Pigni, il giornalista sportivo Andrea Buongiovanni, l’ex capo ufficio stampa del CONI Simonetta Scimonelli.

La favola di Trebisonda Valla, detta Ondina, inizia nel 1927 quando, a Bologna, un militare mandato dal governo per cercare giovani sportivi per la Coppa Littoria nota la ragazza che, nel cortile della propria scuola, si distingue tra le sue compagne nei 50 metri piani, nel salto in alto e nel salto in lungo. I suoi successi nell’atletica leggera la porteranno nel 1936 all’Olympiastadion nell’XI edizione delle Olimpiadi moderne. Ondina vince sia la semifinale, stabilendo il primato mondiale nella gara degli 80 metri ostacoli sia la finale, in una gara serratissima in cui è necessario il fotofinish per decretare l’ordine di arrivo delle prime quattro atlete, fra cui la sua collega e rivale di sempre, Claudia Testoni, che arriva quarta. Questa vittoria è un evento storico per lo sport femminile azzurro: è infatti il primo oro olimpico conquistato da una donna italiana. La Valla continua a competere e a vincere fino ai primi anni Quaranta, quando è costretta ad abbandonare l’attività agonistica per problemi alla schiena. Nel 1944 sposa il chirurgo Guglielmo De Lucchi e si trasferisce a L’Aquila, dove, dopo la nascita di suo figlio Luigi, si dedica alla famiglia e lavora nella clinica ortopedica aperta da lei e Guglielmo.

Ondina Valla a ridosso degli anni '30

Ondina Valla sarà inoltre grande protagonista per tutto il 2021 delle celebrazioni a Bologna per i 150 anni della Sef Virtus, la sua società sportiva. La Hall of Fame Virtussina le ha riservato il numero 2, dopo l'1 attribuito al fondatore della società Emilio Baumann. Ma nel suo ricordo non ci saranno solo eventi e gare ma persino un premio alle ragazze della città e della regione che, superati vari ostacoli, saranno lanciate nel nome di Ondina verso la migliore carriera, nello sport e non solo. Fin da subito si è voluto ricordare con gesti concreti la grande eredità della prima azzurra medaglia d'oro ai Giochi, raggiungendo una parità di genere nel Comitato Promotore di Virtus 150 mai realizzata prima in Italia, a nessun livello, con 8 uomini e 7 donne: e questa è un'altra medaglia d'oro di Ondina Valla.

Rai Cultura presenta Il Segno delle Donne, una co-produzione Anele e Rai Storia, realizzata da Anele. Prodotta da Gloria Giorgianni. Soggetto di Gloria Giorgianni, Massimo Favìa e Andrea Martelli. Testi di Mariangela Barbanente, Laura Bernaschi e Dario Sardelli con la collaborazione di Rachele Ferrario, Andrea Martelli, Marco Spagnoli, Daniele Pini. Consulenza storica di Silvia Salvatici. Regia di Marco Spagnoli (Adele Faccio, Ondina Valla, Vera Vergani) e Andrea Martelli (Chiara Lubich, Lalla Romano, Margherita Sarfatti).

Comunicato SEF Virtus

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