Solo il 51% di possesso palla consola il Bologna per la sconfitta contro l'Inter maturata dopo una gara negativa in particolare sulle fasce. Male anche la lettura del gioco

- di Marco Vigarani -

Per la terza partita consecutiva il Bologna segna un gol ma alla fine viene sconfitto. Un dato preoccupante che rende ancor più grave il quadro della tenuta difensiva dei rossoblù, ne blocca ulteriormente il processo di crescita ed aumenta il carico di accuse della critica in particolare nei confronti di Donadoni. Non è bastato ieri tenere il possesso palla per il 51% del tempo effettivo (appena 50' su 100') o trascorrere ben 18' nella metà campo avversaria per avere ragione di un'Inter che alla fine è comunque riuscita non solo a vincere ma anche a produrre più tiri (10 a 6) ed occasioni da gol (9 a 4). A dominare in una partita brutta e mal giocata sono strati però gli errori con un gran numero di palle perse (40-32 per il Bologna) e passaggi sbagliati (19 a 18 per l'Inter). Pur non schierando un vero centravanti e giocando contro centrali imponenti, la squadra di Donadoni ha cercato più il lancio lungo che l'azione manovrata mostrando ancora evidenti limiti nella lettura della gara. Battuto per un soffio anche sul piano della corsa, il Bologna ha abbassato di nuovo il proprio baricentro sotto la linea di metà campo (47,27 m) e tenuto i reparti meno compatti rispetto ad altre occasioni (28,5 metri di lunghezza media). Con la doppia espulsione di San Siro inoltre il Bologna raggiunge il quinto cartellino rosso stagionale e ritocca al rialzo il conto dal ritorno in Serie A: sono già 23 i tesserati che non hanno concluso almeno una gara. Anche questo è un dato su cui riflettere a livello di gestione del gruppo a livello mentale. La lettura ma soprattutto la comparazione dei dati statistici di alcuni singoli protagonisti permette poi di leggere ancora meglio le ragioni della settima sconfitta del Bologna nelle ultime nove giornate di Serie A. Di fatto Donadoni può forse sorridere soltanto del duello tra centravanti visto che Eder ha segnato un gol come Rodrigo Palacio, ma l'argentino ha confezionato altre due nitide occasioni risultando anche molto più performante sul piano atletico con 12,4 km percorsi a differenza del brasiliano fermo a 11,5 nonostante i cinque anni in meno sulla carta d'identità. Sul piano kilometrico va segnalato che il migliore in assoluto è stato ancora una volta Erick Pulgar (13,18 km). A centrocampo però si è fatta nettamente preferire la coppia Borja Valero-Vecino rispetto a quella altrettanto esperta composta da Dzemaili e Poli: per i nerazzurri infatti meno palle perse (3 a 10), più recuperi (8 a 5) e ben 25,4 km percorsi in totale che li collocano al secondo e terzo gradino del podio dietro Pulgar. Se Adam Masina ha almeno pareggiato i conti con il collega Danilo D'Ambrosio in fatto di recuperi (6), i giovani esterni felsinei Orsolini e Di Francesco hanno prodotto una gara anonima sul piano offensivo perdendo ben 15 palloni e scoccando appena 1 tiro in porta. Piccola notazione a parte infine per Yann Karamoh. Il giovane francese ha infatti perso ben 8 palloni (il peggiore insieme a Di Francesco) ma ha realizzato anche la sua prima rete in Serie A scoccando il tiro addirittura con il piede debole. Dopo la prima ed unica rete italiana di Gabigol, per il Bologna è un altro poco invidiabile primato nella sfide contro l'Inter.
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