Il Torino, vincendo ieri contro gli scaligeri, ha eguagliato quello di Bersellini del 1983/84 che mise di fila cinque vittorie casalinghe. Ieri si è rivisto Zaza, in pole per giocare dall'inizio a FrosinoneIl Torino ieri ha vinto una partita sporca, di quelle che è più facile che ti scappino via piuttosto che addomesticare l’avversario per poi colpirlo. E lo ha fatto con un gol del suo calciatore simbolo, quel Belotti che, si, segna meno che nelle altre stagioni, ma quanto corre, aiuta e scuote la squadra nei momenti tipici della gara. La forza, e la grinta, con cui il capitano granata, ieri, ha scagliato quel pallone alle spalle di Sorrentino, è la stessa di una tifoseria che è accorsa in massa per sostenere i propri beniamini. All’Olimpico erano circa 25 mila, di cui 5 mila donne che hanno approfittato della promozione lanciata dalla società (biglietti a 1€ in tutti i settori tranne la Tribuna Grande Torino). Hanno incitato, mormorato, aspettato il Toro, poi sono esplosi in un abbraccio di passione ai gol del Gallo, Rincon e Zaza. A proposito, Mazzarri (scontento a fine gara), l’ha vinta soprattutto con i cambi, inserendo al momento giusto Zaza, che ha fatto vedere di aver buona intesa con Belotti, e Rincon. Il venezuelano, subentrato a Meité dopo il vantaggio trovato, aveva il compito di ordinare il gioco, ma Rincon, si sa, tante volte butta il cuore oltre l’ostacolo, e ieri non ha resistito a rubare palla, correre verso la porta avversaria e scagliare una sventola di destro all’incrocio dei pali. Mazzarri, anche contro l’ultima in classifica, ha optato per il 3-5-2 in cui Ansaldi, all’ultimo, si è trovato titolare per l’assenza forzata di Aina. L’argentino, come al solito, ha sfoderato una prestazione maiuscola, abbinando tecnica a dinamismo e qualità nelle scelte. Mica niente. La difesa ha retto ancora una volta, al netto di qualche preoccupazione per Moretti contro De Paoli, e dell’occasionissima di Djordjevic a tu per tu con Sirigu. Il portiere sardo, ancora una volta, c’ha messo la firma, ma ieri ha anche raggiunto e superato il record del "Giaguaro" Castellini di imbattibilità nei campionati a girone unico: il portiere del Toro scudettato nel 1976 era a quota 517’, Sirigu adesso è a 557’, con la possibilità di allungare ulteriormente nelle prossime gare. Il vero problema di ieri, sottolineato da Mazzarri in conferenza stampa, è stato l’atteggiamento, soprattutto dei tre centrocampisti: Lukic compassato e un po’ imballato, che forse ha risentito dei tanti minuti giocati nelle ultime gare; Meité scollato dalla manovra, troppo timido quando c’era da uscire i muscoli in mediana, troppo lento nell’accompagnare la manovra. Anche Baselli non ha inciso a sufficienza: il centrocampista ex Atalanta aveva il compito di dettare i tempi del gioco, ma ha finito per involversi con il passare dei minuti. Le tre sostituzioni di Mazzarri, infatti, hanno riguardato, a giro, i tre centrocampisti. Appannato anche Iago, ma Mazzarri ha svelato come lo spagnolo non avesse avuto una settimana facile, mentre Zaza ha finalmente convinto, avendo giocato anche solo un tempo. La sensazione è che anche Belotti, con l’attaccante lucano al suo fianco, abbia un punto riferimento, diverso da Iago che tende a svariare su tutto il fronte o ad arretrare alla ricerca di palloni giocabili. Già contro il Frosinone, il tecnico granata potrebbe pensare di schierare la coppia Zaza-Belotti, magari con Iago a innescarli da trequartista, ma non è ancora tempo di parlare della formazione che scenderà in campo al Benito Stirpe. Con la vittoria di ieri, il Toro si è garantito, per la seconda settimana consecutiva, il sesto posto (seppur in coabitazione con Lazio e Atalanta). La vittoria di ieri è stato un ulteriore salto di qualità da parte di una squadra che adesso ha consapevolezza di poterci stare in quella zona di classifica. Oltre ai tre punti, ieri è stata la giornata dei record: innanzitutto di gare consecutive con la porta inviolata, agganciando il record di sei partite del Toro di Radice a cavallo fra le stagioni 84/85 e 85/86 (e pure superandolo, dato che questo Toro è riuscito a raggiungere quota sei clean sheets consecutivi in una sola stagione). Il 3-0 contro il Chievo, inoltre, è servito a conquistare la quinta vittoria consecutiva in casa (dopo i successi con Empoli, Inter, Udinese e Atalanta in precedenza) e agganciare il Toro del 1983/84 con Bersellini allenatore. Ogni record, si sa, è fatto per essere superato. Così come i limiti, per volare sempre più alto: il Toro, adesso, è in rotta per l’Europa League. Allacciate le cinture.
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