Il ritorno di Cristiano Ronaldo in Champions con la maglia del Manchester United arria dopo poco più di dodici anni di distanza: un esordio non certo felice per il portoghese, sebbene abbia realizzato la rete del momentaneo vantaggio dei Red Devils. La sconfitta rimediata contro lo Young Boys lontano dall’Old Trafford pesa come un macigno: il portoghese ha dato grosso modo il suo contributo ma pesa e non poco la sua staticità in attacco. La squadra l’ha cercato per tutto il match con lanci lunghi che lasciavano il tempo che trovavano, specialmente per un calciatore che, non essendo in grado di dare profondità, si limita solamente a difendere il pallone, consentendo alla stregua di far rifiatare i compagni.

A rendere ancor più complicato il suo esordio con la maglia del Manchester United sono alcune vecchie problematiche che riguardano il talento di Funchal: la presenza di Cristiano Ronaldo in campo diventa del tutto inutile se attorno a lui non c’è una squadra che entri in sintonia con il portoghese e che abbia l’approccio giusto. La stampa britannica ha attaccato prontamente il tecnico Solskjaer per alcune scelte discutibili: passare alla difesa a tre mostrando un atteggiamento rinunciatario, l’impiego di Van de Beek in una posizione non idonea ha reso ancor più difficile la situazione. E da qui la logica riflessione sul senso di tenere Cristiano Ronaldo in campo anche quando la partita non va per il verso giusto. Il portoghese ora è davvero un caso?

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