Il difensore della Lazio Francesco Acerbi sbalordito dalla decisione del Governo di non concedere l'ok agli allenamenti di squadra Dopo Parolo e Tare anche Francesco Acerbi va all'attacco del Governo, colpevole di non aver dato il via libera al ritorno agli allenamenti agli sport di squadra. Il difensore della Lazio, intervenuto a Lazio Style, dice la sua sulle nuove misure adottate nel nuovo decreto: "Io sono un calciatore, cerco di farlo bene negli allenamenti e in partita. Non voglio fare polemica, ma c'è una cosa che non mi quadra ed è evidente. Penso di parlare anche per tutti gli altri calciatori: possiamo andare a correre nei parchi e non nel centro sportivo, con campi, spogliatoi e tanta possibilità di essere distanti. Abbiamo margine di distanza, di sicuro più che nei parchi. La situazione non quadra a me, e da quel che sento, anche ad altri calciatori. Va bene andare al parco, ma è molto più sicuro nei centri sportivi. Normale che se il Governo dice che non possiamo andare al campo, ci arrangiamo in quello che possiamo. Abbiamo Formello con tanti campi, magari ci possiamo allenare ore diverse senza vedersi con gli scarpini da calcio. C'è la distanza di sicurezza, non va contro il decreto. Siamo sbalorditi e perplessi. Vorrei solo capire il perché di questa scelta. Serve un perché adeguato. Il calcio è un'industria, lo sport più amato. Normale che ci sia voglia di riprendere. Vogliamo ripartire ne momento adatto con rispetto della legge ma anche della gente. Adesso diventa dura senza allenamenti dal 4 maggio. Dal 18 poi, non ci sarà tempo per ritornare a giocare. Siamo in casa, è stressante a livello mentale. Finire il campionato è difficile e pensare subito alla prossima stagione dopo due settimane lo sarà ancora di più".
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