C'è tutta la carica di Valentino, nell'intervista alla Gazzetta dello Sport: "A me piace come mi sento, la sensazione, l'adrenalina che mi dà vincere, andare sul podio o solo fare una bella gara. Sto bene per qualche giorno. Mi piace quella sensazione lì. So benissimo che alla fine il tempo l'avrà vinta, purtroppo per tutti è così, ma provo con tutte le mie forze a rendergliela il più difficile possibile, ecco. E questo è il solo motivo per cui ancora corro. Il mio ragionamento è molto semplice e mi fa strano che certa gente non lo capisca, forse il mio modo di pensare è diverso" spiega Rossi nel descrivere la voglia di continuare a scendere in pista.

"Nel 2015 mi hanno rubato il Mondiale"
 

"Quello che perdi smettendo di fare quel che ti piace di più, è più di quello che guadagni nello smettere quando sei all’apice della carriera. E comunque non sai mai se è veramente finita: nel 2013, al ritorno in Yamaha, per tutti ero già finito. Invece, se non mi avessero rubato il Mondiale, nel 2015 ne avrei vinto un altro, sarebbe stato il decimo e avrebbe allungato la mia vita sportiva da vincente addirittura di 6 anni. Se avessi voluto smettere all’apice avrei dovuto farlo qualche anno fa. Ma io ci credo, ci voglio provare" aggiunge Rossi.

"Valencia 2006, ho buttato via il 10° titolo"
 

Parlando delle vittorie più speciali, Vale ricorda tre momenti: "Il Mondiale 2001, perché era l'ultimo Mondiale della 500 e quindi l'ultima possibilità di farcela: una battaglia all'ultimo sangue con Biaggi, stupenda. Poi il 2004, con la vittoria all'esordio a Welkom con la Yamaha. Sportivamente la più bella. E il 2008: per molti ero già finito, vecchio. Invece passando alle Bridgestone ho battuto Stoner". Un giorno invece da cambiare, se si potesse tornare indietro nel tempo? "Valencia 2006. Lì ho buttato via un Mondiale che avrei potuto vincere e sarebbero stati 10 comunque, anche dopo il furto del 2015".

"In Petronas bellissima atmosfera"


Da quest'anno Rossi corre al fianco di Morbidelli in Petronas: "Non voglio sputare nel piatto dove ho mangiato, stavo bene anche nel team Yamaha ufficiale. Però in Petronas si sta molto bene, c’è una bellissima atmosfera, tanti ragazzi giovani, un team ruspante. È molto inglese, di base sono diversi da italiani e spagnoli, però è figo star qui. La mattina mi dà gusto entrare nel box, ci sono persone che danno l'anima". A proposito di giovani, Vale aggiunge: "Sono stato il primo pilota moderno della MotoGP, ho fatto tante cose per primo, che sono diventate un insegnamento per tanti piloti di adesso. Ho iniziato giovanissimo, ma io a 20 anni ero già in 500 e la mia strada è stata seguita poi da tutti. Ci sono un po’ di cose che io ho fatto e a cui tutti hanno guardato".

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