E'una settimana che scrivo di mio padre. Ovviamente, non sono stufo, anzi un pizzico di orgoglio da figlio mi fa dire che sto scrivendo soprattutto per richiesta di altri che in lui, Gianni Corsolini, hanno riconosciuto e riconoscono un altro basket rispetto a quello sofferto che stiamo vivendo. Mi rendo conto piuttosto di aver scritto poco di Bologna, e questo Gianni non credo me lo perdonerebbe tanto facilmente. Uno cresciuto in San Felice: il cuore di quella che poi è diventata Basket City, perdendo anche un po'la misura, come si vede adesso in epoca di palasport chiusi e di ricavi azzerati, era proprio qui. La libreria Bonetti in primis ( adesso è una agenzia immobiliare ), il bar Donini, di fronte ( adesso Sanders ), che aveva un juke box con la canzone di Gary Schull; la palestra ( ??? ci voleva del coraggio per chiamarla così, o forse era l'entusiasmo dello stato nascente ) San Nicolò all'angolo di via dell'Abbadia dove ha allenato persino Lucio Dalla ( la mamma lo chiamava per chiedergli dove fosse Lucio e lui doveva dire che l'allenamento era appena terminato per coprire le fughe di Dalla che andava nei negozi di strumenti musicali a suonare ). Vicinissima l'Usapp del suo ultimo incarico, il sindacato degli allenatori, sede appunto in via dell'Abbadia. Poco lontana la Lega di un suo impegno biennale con tanti risultati politivi in via Fontanina. Perchè questa mappa dei ricordi, nemmeno completa perchè bisognerebbe aggiungere il Palazzo e la Furla da una parte ( quanti del basket sanno che il campo ha una sua Cappella dove si andava per la messa di mezzanotte a Natale ? )da una parte e almeno l'oreficeria di Peppino Cellini vicino piazza Maggiore ? Perchè una mappa serve a non perdersi e, va da sè, il basket adesso, come tutti, ha proprio bisogno di una mappa.

Campi vuoti e sulle scrivanie pochi progetti

Guardate il campo della foto che spettacolo: è a Pigalle, a Parigi. In Italia ne abbiamo di altrettanto belli, ne ho scelto uno francese proprio per non offendere nessuno, e anzi per fare i complimenti ai Charlatans di Giancarlo Garraffa che campi nuovi continuano a progettarne. I campi, come le palestre, sono di nuovo chiusi per i bambini e per i settori giovanili. Salvi solo i campionati che con machiavellismo tipicamente italiano siamo riusciti a proteggere dichiarandoli di interesse nazionale quando, in realtà, sono regionali, come oltre tutto sarebbe giusto fossero sempre. E'stato detto, se ho capito bene, che i campionati potranno durare fino all'11 luglio in una sovrapposizione forse inevitabile ma ahche molto...sudata col basket estivo, il 3 contro 3 che pure dovrebbe esordire come disciplina olimpica a Tokyo.Campi vuoti e sulle scrivanie nessun progetto: questa la fotografia che avrebbe fatto imbestialire mio padre. Una casa che ha un bell'attico ma fondamenta vuote non è nemmeno un lusso, è semplicemente inabitabile.

La confusione regna sovrana in Serie A

Non è un giuidizio il titolo qui sopra. E'una constatazione. Perchè continuiamo a parlare di blocco delle retrocessioni facendo agitare quelli che, beati loro, impugnano il diritto sportivo come verità assoluta dicendo che nemmeno il Covid la può smentire ? Parliamo di blocco delle retrocessioni perchè, semplice, non abbiamo pronto nessun piano alternativo, in questo straordinariamente simili al governo del Paese che, di fatto, è caduto proprio per impreparazione. Ma davvero la sopravvivenza del movimento, non di alcune società storiche, alcune pure storiche, questa è la malignità che si sussrra, passerà per il blocco delle retrocessioni o piuttosto la ripartenza, perchè di questo si dovrà trattare, comincerà con il censimento di chi si può permettere di andare avanti dopo un campionato e mezzo senza ricavi da botteghino, con ricavi dimezzati, se va bene, dalle sponsorizzazioni, e con spese che intanto non sono state così ridotte come la logica avrebbe consigliato visto che più o meno tutti hanno aggiunto giocatori pensando alla salvezza, il presente, piuttosto che alla continuità, ovvero al futuro ? Non sarà questa l'occasione per avere una squadra e un progetto veri a Roma, Torino, Firenze, Palermo-Catania ? Vero, solo noi parliamo di Recovery Fund, quando i soldi in arrivo dallìEuropa sono intestati alle Next Generations, dunque il basket si accoda al Paese parlando di blocco delle retrocessioni invece che di un new baskety deal, però a me che scrivo da una settimana di mio padre, anche su richiesta, questa sintonia non basta. La Lega Basket di lui, e di altri si intende, soprattutto di altri tempi devo aggiungere, aveva dei progetti e sapeva come chiamarli perchè tutti li conoscessero. Io non mi riconosco nel blocco delle retrocessioni: è una definizione sbagliata per un provvedimento mediocre che non ci meritiamo se, finalmente, quando potremo ricominciare a fare sul serio, sapremo ancora parlare di basket innovativo e modello per tutto lo sport italiano. 

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