Gian piero Gasperini sta progressivamente abbandonando il luogo comune del buon allenatore di provincia, abile a creare una splendida alchimia in un contesto senza pressioni ed attese eccessive, vedi Del Neri a Chievo; Mondonico a Torino, e anche a Bergamo, o piu recentemente Ventura a Bari, per proiettarsi nell'alveo dei grandi allenatori internazionali. Questa dimensione lo aveva accompagnato a Genova, quando fra il 2007 ed il 2009 plasmò una grande squadra che arrivò a pari punti con la Fiorentina di Prandelli e Mutu, sfavorita solo dalla differenza reti. Già in questa occasione erano emersi tratti fondamentali, cardini, del suo gioco e della sua personalità; i ritmi infernali, stile premier league, forse stimolato anche da quello stadio dall'atmosfera, anche architettonica, molto british, e la capacità di esaltare i propri talenti. Milito, Thiago Motta, Rossi, Borriello, Jankovic, Criscito, tutti espressero il meglio del loro potenziale. In molti considerano l'esperienza interista un buco nero nella sua onesta carriera da allenatore, in realtà, forse, lo stesso Gasperini potrebbe ammettere che il fallimento che piu lo ha fatto penare è rappresentato dalla squinternata stagione 2012-13 a Palermo, dove vi aveva giocato per cinque anni da giocatore; qui venne esonerato dopo essere subentrato a Sannino, proprio dopo una sconfitta interna con l'Atalanta, destino, salvo poi venir richiamato a sostituire l'inadatto Malesani, per poi successivamente rescindere consensualmente, fuggendo da una realtà che aveva dilapidato i suoi gioelli e si stava avviando ad un ridimensionamento importante.

A Bergamo, dopo un ottimo triennio di nuovo a Genova, la stagione comincia malissimo, la squadra perde all'esordio con la lazio in casa ed alla quinta giornata ha totalizzato solo tre punti. La sobrietà ed il buon senso dell'accoppiata Sartori Percassi consentono al tecnico di Grugliasco di continuare con il suo progetto; la squadra è interessante, l'anno prima con Reja è finita al 13 posto ma mostrando ottimi elementi come de Roon, Freuler Maxi Moralez, oltre al Gomez,  e lasciando intravedere buone premesse. La data spartiacque di questo quadriennio d'oro è il 2 Ottobre 2016, quella Domenica di Ottobre i partenopei di Sarri arrivano a Bergamo con i favori del pronostico; fu un'esibizione magistrale, un bignami del calcio Gasperiniano, ritmi frenetici  ( a proposito delle strane polemiche sul preparatore atletico danese ex Juventus, Bangsboo, quell'anno l'addetto preposto era Boccolini, e due anni dopo Magri, per smentire che solo con il guru danese la compagine Orobica voli), ottime geometrie e gioco corale, finale 1-0. Da li nasce la favola Dea, che avrebbe meritato la finale di coppa italia 2019, segnata da un grossolano fallo di mano di Bastos.

 

Luis Muriel come Gomez non poteva finire in mani piu sapienti. Il Colombiano si era portato appresso l'etichetta di talento, a tratti, vedi un Lecce Roma 4 2 dell'Aprile 2012, era devastante e sembrava riprodurre movenze appartenenti al Fenomeno Luis Nazario de Lima, ma il tutto era annacquato da un'insopportabile discontinuità e tendenza ad ingrassare, Gudolin dixit. Muriel pareva piu simile ad Eder che a sguscianti seconde punti dell'elite Europea. Gomez invece era un ottimo esterno, che componeva con Denis e Maxi Moralez un'ottimo tridente; spesso, come a Catania, era devastante, ma quasi mai accostato a grandi squadre, le sue gesta erano ridotte a lampi di talento di un Miccoli in miniatura. Con Gasperini Muriel sta sconfiggendo la sua tendenza ad acconentarsi, e Gomez, da tre stagioni, è diventato un talento totale, giocatore universale, tutt'ora non compreso appieno e sottovalutato. Per i due talenti, per non parlare di Ilicic, Muriel ha dalla sua qualche anno in meno, vi è l'occasione per lasciare le proprie impronte nel firmamento calcisitico; per Gasperini, la consapevolezza che la sua Atalanta, al netto di insinuazioni anomale, farà parlare di sè.

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