Nell'anticipo della 27^ giornata la Juve batte l'Udinese. Ora si può pensare alla Champions: in palio la qualificazione e molto di più. La marcia trionfale della Juventus continua senza sosta. Nonostante l'ampio turnover in vista del ritorno di Champions, è arrivata l'ennesima vittoria che segna ancora una volta lo strapotere dei campioni d'Italia. Gara senza storia quello dello Stadium, che però non può dare riscontri sullo stato di forma del club torinese. E’ questo infatti il cruccio maggiore che pesa sulle spalle della Juve, il rischio di non essere all’altezza degli obbiettivi fissati e delle attese. Non è solo una richiesta virtuale o un semplice sogno da tifosi, è un preciso intento della Juve di Agnelli, con cui Allegri ha dovuto smentire di aver avuto dei contrasti. “Ogni anno, da quando ci sono io, abbiamo sempre giocato per vincere la Champions League. L’anno prima che arrivassi la Juve era andata fuori ai gironi, e il primo anno la gente quando si giocava in Champions era bianca in faccia, perché aveva paura di giocare col Malmoe. Detto questo, se non dovessimo farcela e dovessimo andar fuori non sarà un fallimento. Se dovessimo andar fuori, pazienza è una partita, ci riproveremo l’anno prossimo”. L'Udinese sin da subito si è arresa alla forza dei padroni di casa: nulla di nuovo per la squadra di Nicola, che nonostante le ultime due vittorie sta vivendo un periodo di appannamento sotto il profilo del gioco. Terreno fertile per la compagine bianconera che è riuscita a prendersi il bottino pieno per la 24^ volta in 27 gare per un totale di 75 punti: numeri impressionanti che non possono passare in secondo piano. Il solo dominio italiano però non può soddisfare i palati di una società che ha puntato in maniera decisiva alla coppa dalle grandi orecchie, ma in Europa si sa, il solo fatto di sbagliare una singola partita, può pregiudicare le ambizioni stagionali.Nel friday night il protagonista assoluto è stato Moise Kean; il talento classe 2000 si è preso la scena con la doppietta che ha aperto le sorti dell'incontro. Ancora una volta ha risposto presente alla chiamata di Allegri. Gol al primo tocco di palla; il feeling con la porta non manca mai all'attaccante dell'Under 21, che è riuscito ad esultare per la prima volta davanti ai propri tifosi, visto che le precedenti 4 reti in maglia bianconera erano arrivate lontane da Torino."Ho aspettato l'occasione giusta e mi sono fatto trovare pronto". La ricetta giusta la fornisce lui stesso, al termine di una partita conclusa da migliore in campo e trascinatore dei suoi. Ha incantato lo Stadium nel giorno della 200° partita ufficiale dalla sua inaugurazione e lancia un segnale importante ad Allegri (senza dimenticare l'obiettivo Nazionale) in vista del ritorno contro l'Atletico Madrid. Due gol e giocate da urlo che gli valgono gli applausi del suo pubblico e che lascia l'Udinese con le ossa rotte. Il tempo a disposizione non è quello desiderato, ma l'attaccante di Vercelli lavora in silenzio e lascia il segno ogni volta che ne ha l'occasione, non facendo rimpiangere la panchina "di riposo" concessa a Ronaldo, Mandzukic e Dybala. "Quando il mister mi manda in campo cerco di dimostrare ciò che valgo" ha detto il giovane attaccante bianconero, implacabile alla prima da titolare in questa Serie A. Il comodissimo 4-1 a un Udinese che, al di là del gol di Lasagna nel finale non ci ha nemmeno provato, ha detto anche che Spinazzola è un giocatore pienamente recuperato. Danno morale i gol nella ripresa di Emre Can (rigore) e Matuidi, due centrocampisti che hanno preparato la battaglia di Champions. Tra l'altro è stata la formazione titolare più giovane messa in campo da Max Allegri in questa stagione (27 anni, 104 giorni). A quattro giorni dalla partita che deve segnare la resurrezione del sogno europeo, la capolista vince, si diverte e si riscopre frizzante e ottimista, ma passare il turno resta molto complicato.
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