Il riassunto della gara delle 20.30 tra Milan e Spal. I rossoneri ribaltano il gol di Petagna grazie a Castillejo e Higuain. Il Pipita interrompe il digiunoNella corsa al rallenty al quarto posto, chi di certo se la passa peggio è il Milan di Gennaro Gattuso, reduce da tre pareggi e una sconfitta nelle ultime quattro gare disputate. Il calendario di un dicembre sulla carta alla mano ha tradito e non poco i rossoneri, capaci di precipitare a quattro lunghezze di distanza dalla zona Champions alla luce dei troppi minuti di astinenza dal gol di Higuain e dell’intero reparto d’attacco. L’avversario del sabato sera è la Spal di Leonardo Semplici, sedicesima in A a +3 dalla zona retrocessione. Entrambi i team, a San Siro, sono chiamati a superare i sintomi di una pareggite acuta per tornare a far risultato nell’ultima partita del 2018, prima della sosta di gennaio. Il Milan, in particolare, non può fallire l’ennesima prova di un mese da dimenticare. L’anti-Spal meneghino è composto da Abate, Zapata, Romagnoli e Rodriguez a protezione di Donnarumma; a centrocampo, la diga Bakayoko-Kessie deve essere brava a sostenere il reparto d’attacco formato da Suso, Calhanoglu e Castillejo a rimorchio di Gonzalo Higuain. Si parte! A riscaldare l’atmosfera del Meazza sono subito i padroni di casa, i quali partono forte e creano una densità importante di possesso palla all’interno della metà campo avversaria. Higuain, Kessie e Suso sembrano i più vivaci degli iniziali giri d’orologio e non è un caso che dal piede dello spagnolo parta la prima palla-gol del match: il rientro sul sinistro e il consueto cross tagliato del numero 8 di Cadice illude l’intero pubblico di San Siro, ma ottima si rivela la lettura di Gomis, puntuale nel togliere dalla testa di Romagnoli la palla dell’1-0 rossonero. Il difensore della Nazionale andrebbe anche in gol pochi secondi più tardi se solo non si fosse colto in fuorigioco al momento del tiro-assist di Bakayoko. La Spal non riesce a tenere il pallino del gioco per ben 13 minuti, al termine dei quali Petagna, ben imbeccato dal preciso lancio dalla  propria difesa, è un felino nel controllare di sinistro e girare alle spalle di Donnarumma un pallone reso imparabile dalla sfortunata deviazione di Romagnoli. Gattuso, dalla panchina, non smette di incitare i suoi, nonostante i fantasmi di una pellicola vista e rivista nel corso dell’intero girone d’andata: il Milan, tra sfortuna ed errori individuali, subisce rete spesso e volentieri alla prima occasione avversaria, un vero e proprio handicap per chi aspira fortemente ad un prossimo ritorno in Champions. I meneghini, ciò nonostante, accolgono alla perfezione la sollecitazione del proprio condottiero e al 16’ riportano il risultato in parità grazie alle determinazione e freddezza di Castillejo: l’ex-Villarreal prima si mangia letteralmente Dickmann e poi lascia partire un sinistro pregevole sotto l’incrocio dei pali opposto imprendibile per Gomis. Il Diavolo, sbloccatosi dopo un digiuno di ben 376 minuti di gioco, continua a creare palle-gol e tra il 32’ e il 41’, Kessie, Bakayoko e Calhanoglu si rendono autori di errori grossolani al momento delle rispettive conclusioni da ottime posizioni. Dopo le sostituzioni di Castillejo e Abate a beneficio di Cutrone e Calabria, il ritmo più blando della ripresa viene scosso al 64’ dall’uomo più atteso. Gonzalo Higuain, infatti, sale in cattedra dopo un primo tempo da dimenticare e, pescato nell’area piccola da un Calhanoglu particolarmente altruista, prima mette a sedere Felipe e Gomis con un gran movimento di corpo e poi scaglia un destro da paura sotto l’incrocio per il 2-1 Milan. La reazione dell’intera rosa rossonera, l’abbraccio di Gattuso con il Pipita e il pianto liberatorio di quest’ultimo fanno ben capire quanto il numero 9 argentino abbia sofferto in un periodo di digiuno più unico che raro. La standing ovation di San Siro al momento dell’uscita dal campo dell’ex-Juve (Borini al suo posto) spiega ancor più il valore di un gol tanto bramato quanto importante per l’intero mondo Milan. Nonostante i pericoli creati da Cionek, Petagna e Fares - sul quale pazzesca è la parata di Donnarumma al 93’ - e l’espulsione per doppia ammonizione rimediata da Suso all’89’, il Diavolo torna alla vittoria e scavalca prepotentemente in un colpo solo Atalanta, Sampdoria e Roma, riportandosi a una sola lunghezza dal quarto posto occupato dalla Lazio. Gattuso, in tal modo, si tiene stretta squadra e panchina, in attesa del mercato di gennaio e del recupero degli infortunati previsto per i primi mesi del nuovo anno.
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