Il Bologna inizia il ritiro austriaco ancora con troppi dubbi sulla qualità di una squadra a cui manca anche formalmente il numero 10

- di Marco Vigarani -

Inizia con una doppia seduta intensa l'avventura austriaca del Bologna che per il terzo anno consecutivo svolge parte del suo ritiro nei dintorni di Kitzbuhel. La squadra di Inzaghi stavolta in occasione degli allenamenti è ospite del piccolo impianto di Kirchdorf in Tirol e sin dal primo giorno approfitta delle strutture con oltre quattro ore di lavoro.I rossoblu che a Pinzolo avevano lavorato tanto anche sul piano atletico con carichi di lavoro pesanti, qui in terra austriaca spostano il focus del lavoro sul piano tattico. Gran parte delle sedute odierne infatti è stata dedicata ad esercizi tematici a reparti divisi o a ranghi completi. Palle inattive, uscita dal pressing, conduzione palla con tocchi di prima intenzione e conclusioni dal cuore dell'area su cross: ecco alcune portate del menu odierno di mister Inzaghi. Con il reintegro completo dei nazionali, si è naturalmente innalzato il livello delle sedute ed inevitabilmente a qualcuno è stato chiesto di accomodarsi nel campo secondario identificando quindi in Avenatti e Falletti due esuberi certi: per loro non c'è davvero spazio nelle rotazioni. Almeno nella mattinata ha invece trovato una nuova collocazione tattica Dzemaili, mezzala prestata per qualche minuto al ruolo di regista probabilmente per verificare presenza di alternative disponibili rispetto al titolare inamovibile Pulgar che oggi ha nel giovane Kingsley (richiesto con insistenza dal Perugia) il suo unico cambio. A proposito di giovani, rischiano di calare ulteriormente gli spazi in difesa per ragazzi come Brignani e Calabresi ai quali prossimamente il Bologna dovrebbe aggiungere Gabriele Corbo, talento classe 2000 di fatto ormai prelevato dallo Spezia.Cosa dire di queste prime sgambate oltre il confine italiano? Non mancano certamente intensità e concentrazione da parte dello staff tecnico ma sicuramente resta evidente il limite qualitativo già evidenziato nella fase precedente del ritiro. Il Bologna oggi può essere una squadra ruvida e cattiva ma quando si tratta di creare calcio fa una fatica immane a giocare il pallone e costruire occasioni. Manca almeno un uomo in grado di accendere la luce ed infatti formalmente anche dalla numerazione è clamorosamente assente il numero 10 visto che Destro ha, magari anche scaramanticamente, recuperato il 22 che lo aveva accompagnato nelle avventure a Siena e Roma. Che il mercato del Bologna possa davvero chiudersi con l'arrivo di una stella?
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