Il riassunto del match della 30^ giornata tra Milan e Udinese: Piatek illude il Diavolo, Lasagna lo punisce. Terzo passo falso consecutivo per Gattuso e co.Sei punti persi nelle ultime due gare disputate in campionato, gli strascichi psicologici partoriti dal k.o. del derby, il gioco e la brillantezza da ritrovare; dall’altra parte, un quarto posto ancora saldo, una forbice di lunghezze di distanza dall’Inter - terza - verosimilmente ricucibile, una rosa quasi al completo e l’unità tra società e allenatore davanti all’obiettivo da raggiungere, un posto in Champions nella prossima stagione. Sono queste le due facce del Diavolo, che oggi, è chiamato a ripartire di cattiveria davanti ai propri tifosi battendo l’Udinese di Igor Tudor, 16^ in graduatoria e reduce dalla bella vittoria messa a referto sabato, alla Dacia Arena, ai danni del Genoa. Nella 30^ giornata di A, Gennaro Gattuso decide di dare una nuova forma estetica al suo Milan: nuovo modulo, il 4-3-1-2, con Abate, Musacchio, Romagnoli e Laxalt in difesa, Bakayoko, Biglia e Calhanoglu in mediana, Paquetà alle spalle della coppia d’attacco formata da Piatek e Cutrone. In porta, Donnarumma è chiamato a dimostrare a tutti che quello commesso al Marassi contro la Samp è un singolo scivolone di una scalata stagionale costante e inequivocabile. Banti dà inizio all’incontro. Il ritmo non è assolutamente frenetico e ad iniziare meglio è l’Udinese, la cui convinzione spicca davanti al macchinoso fraseggio dei rossoneri. Al 2’, tuttavia, a rendersi pericolosi sono proprio i padroni di casa grazie al duo Cutrone-Piatek: il numero 63 prima lancia il polacco sul fondo e poi non ciabatta clamorosamente al momento dell’impatto con la sfera offerta in area dal compagno di reparto. Quattro giri d’orologio più tardi, Donnarumma avverte un fastidio muscolare nel tentativo di mettere in angolo la palla apparentemente innocua calciata dalle retrovie da De Paul: il portierone della Nazionale è costretto, pertanto a chiudere nel peggiore dei modi una settimana da incubo, lasciando il posto, all’11’, a Pepe Reina. Al 14’, dopo un’azione pazzesca di Bakayoko, Piatek, dalla destra, mette al centro una palla velenosa, ma Cutrone non arriva all’appuntamento con il verosimile gol per questione di centimetri. Passano appena otto minuti ed è Paquetà a sfiorare la prima marcatura dell’incontro con un sinistro di potenza che si perde sul fondo di un soffio. Il brasiliano, dopo un avvio non brillante, sale in cattedra e al 25’ offre un assist al bacio per Cutrone; quest’ultimo è bravissimo nel controllare di petto e nel girare di sinistro verso la porta avversaria, ben difesa da Musso. Al 40’ diventano due i cambi forzati per Gattuso. Paquetà è, infatti, costretto a uscire dal campo dopo una brutta torsione alla caviglia avvenuta nel tentativo di andare a contrasto una manciata di secondi prima; al suo posto, Gattuso spedisce sul terreno di gioco Castillejo. Quando ormai le squadre sembrano poter tornare negli spogliatoi in parità, è il Milan a sferrare il graffio giusto per passare in vantaggio: al 44’, Cutrone lavora bene, sulla sinistra, la sfera, imbeccando alla grande di destro Piatek nel cuore dell’area di rigore bianconera. Il bomber di Dzierzoniow, ipnotizzato in un primo momento da Musso, è freddo nel ribadire, di testa, in rete portando i suoi sull’1-0.Nella ripresa, Tudor richiama in panchina Samir e ter Avest in favore di Wilmot e Okaka: il copione della partita cambia completamente in favore dell’Udinese. Se le verticalizzazioni offensive del Milan non creano pericolo agli ospiti anche a causa degli ultimi controlli sbagliati frequentemente dagli uomini di Gattuso, i friulani avanzano il proprio baricentro e al 64’ trovano il pareggio con Lasagna. La potenziale occasione da gol capitata sui piedi di Piatek si trasforma in un contropiede micidiale degli avversari portato avanti da Okaka, bravo nel servire sulla corsa Fofana dopo una galoppata di trenta metri; l’ivoriano premia l’inserimento centrale di Lasagna che dosa il controllo e infila Reina sotto la traversa per l’1-1. Gattuso opta per il terzo cambio dell’incontro: fuori Abate, dentro Calabria. Il Milan accusa il colpo e tra il 70’ e il 73’ deve ringraziare gli errori di mira di De Maio e Lasagna per non passare in svantaggio. Al 75’, Rolando Mandragora prende il posto di Behrami. Il Diavolo cerca invano di vincere il match con un forcing finale più rabbioso che tecnico: all’86’, Castillejo, ben servito dalla destra da Laxalt, ha sul sinistro la palla del 2-1, ma scivola al momento della conclusione favorendo la facile parata di Musso. Al 91’, il portiere argentino chiude nuovamente la porta al colpo di testa centrale di Laxalt. La gara sta per concludersi, ma ad avere la palla del raddoppio è l’Udinese con De Paul, il quale, dopo aver beffato Calhanoglu, non riesce a calciare verso la porta avversaria grazie all’ottima copertura del turco. Il triplice fischio di Banti pone fine all’incontro. Il team di Tudor porta a casa un punto fondamentale in ottica salvezza. Per il Milan, invece, si tratta del terzo passo falso consecutivo nel tentativo di mettere al sicuro il quarto posto: i punti persi rischiano di diventare troppi per Gattuso e co.
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