C'è anche il Milan nella corsa scudetto.

Ne è sicuro il difensore rossonero Kjaer, che alla Gazzetta dello Sport ha concesso un'intervista in cui ha parlato della sua avventura al Milan, del suo passato all'Atalanta e della situazione del connazionale Eriksen.

"Ho bisogno di sentire la fiducia. Ho sempre ripagato i tecnici che mi hanno dato continuità. Pioli è l'allenatore perfetto per me. Sono un leader in campo e in allenamento. Osservo gli altri e do una mano ai più giovani. Cerco sempre di dare l'esempio. Abbiamo dimostrato di essere una grande squadra. Siamo in testa, possiamo vincere lo scudetto. La stagione però è lunga, non deve diventare un'ossessione. Ho sempre pensato che avevo fatto tutto il possibile  ma sapevo che a decidere sarebbe stata la società. Quando ho firmato ho vissuto un sogno, e continuo a viverlo ora che siamo primi. Tra sogni e obiettivi il confine è strettissimo: iniziamo tornando in Champions da milanista. Poi mi piacerebbe chiudere qui la carriera. Sono ancora giovane, no?"

Kjaer ha ripercorso il suo passato all'Atalanta: "A Bergamo ho giocato 6 partite, non abbiamo mai perso. Gasperini non mi ha mai detto 'sei troppo in là con gli anni' o 'giochi male', lasciarmi fuori è stata una decisione tattica. Non ho nulla contro di lui: non ha funzionato. Ho accettato le sue scelte, e quando non giocavo ne approfittavo per allenarmi. Volevo farmi trovare al top per la chiamata successiva. È arrivato il Milan. È andata bene, no?".

Il danese ha parlato anche della situazione vissuta da Eriksen all'Inter: "Siamo molto amici, ci sentiamo ogni settimana e appena possiamo ci vediamo. Mi ricorda la mia situazione a Bergamo: a volte le idee e i metodi di un tecnico vanno benissimo per te, a volte meno. So che non mollerà".

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