Un flop forse inevitabile, alla luce di una sessione di calciomercato che ha regalato poche gioie alla Juventus, ma anche tante grane da risolvere: arriva il commento critico di Michele Criscitiello, direttore responsabile di Tuttomercatoweb e Sportitalia, che analizza l’esordio sotto tono dei bianconeri contro l’Udinese alla prima di campionato nel consueto editoriale.

Tutto doveva fare la Juventus tranne che presentarsi alla prima di campionato con un caso irrisolto - esordisce Criscitiello -. Ronaldo non gioca dall'inizio, lo ha chiesto lui, poi però entra per risolvere i problemi della Juve. Ce l'aveva fatta, questione di centimetri”. D’altro canto, l’addio di Ronaldo, secondo il giornalista, non sarebbe un dramma in quel di Torino: “Se dovesse andare via il portoghese, in pochi si strapperebbero i capelli a Torino. Forse Pinsoglio - prosegue - grande amico di CR7 e, con il nuovo look, potrebbe anche permetterselo”. Eppure era necessario affrontare il problema subito: “Bisognava risolvere […] subito dopo l'Europeo ma la verità è che entrambi vogliono dirsi addio ma nessuno dei due ha la forza di liberarsene, prigionieri di un contratto oneroso. Non si sta mettendo bene - continua Criscitiello - anche perché tra 8 giorni la porta si chiude e saranno guai per tutti. Non puoi fare una stagione intera con il tuo calciatore più importante insoddisfatto”. 

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Sulla mediana, il direttore responsabile è chiaro: “La Juve non può accontentarsi di Locatelli. A centrocampo serve altro e attenzione a non farsi illudere dall'Italia Campione d'Europa. Sulla difesa bianconera, Criscitiello sentenzia: “La difesa bianconera- afferma -, Udine lo ha dimostrato, non è una roccaforte e Chiellini anche con una Coppa in più resta pur sempre un '84. Non ci voleva un genio ma ve lo ripetiamo da tempo”. E sull’acquisto mancato, Criscitiello precisa: “Donnarumma aveva solo un finale scritto: andare alla Juve. I bianconeri avevano bisogno di un grande portiere e Donnarumma aveva bisogno di restare in Italia, seppur avesse deciso di andare in una squadra diversa dal Milan. Parigi è bella e ricca - continua - ma questa volta Mino ha pensato più ai suoi interessi che a quelli del suo assistito. Io porto il mio portiere al PSG ma prima voglio garanzie tecniche visto che i francesi avevano 7 portieri a libro paga e qualcuno è anche ingombrante”.

 

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