Dal Real Madrid al Lecce. Pablito Rodriguez si racconta: "No tatuaggi, videogiochi e pasta"
Il giovane gioiellino dei salentini, Rodriguez, si racconta in una lunga intervista
“Ai tempi di Madrid, Raul mi ripeteva sempre che nel calcio, a fare la differenza, è chi è in grado di farsi trovare sempre sul pezzo. Quando scendo in campo provo sempre a dare il meglio di me, senza farmi condizionare dai singoli episodi”
Una lezione, questa, che Rodriguez porta con sé e non dimentica. Per lui il calcio è tutto, tanto da rinunciare anche a ciò che va di moda adesso tra i giovani, come lui stesso racconta:
“I tatuaggi non mi piacciono, né me li riesco a immaginare addosso. I miei genitori non ne hanno, sono astemi e io sono uguale a loro. Quanto ai videogiochi, non sono un appassionato però, quando capita, gioco a FIFA con i compagni. A Lecce non mi ha ancora battuto nessuno, in più quest’anno posso finalmente utilizzare il mio avatar. Sotto rete non è male, però non mi somiglia per niente…”
E la sua grande responsabilità si riscontra anche nel cibo, in merito al quale rimane un grande tradizionalista:
"Il cibo? Sono molto attento a quello che mangio, di solito cucino da solo per poter seguire la mia dieta. Ogni tanto sgarro, qui si mangia bene ma io… non amo la pasta: la cucina più buona, per me, è quella di Las Palmas. Ovvero quella di casa. Siamo d’accordo, no?”
Insomma, talento e testa sulle spalle sono i grandi pilastri che animano Rodriguez, che a Lecce è arrivato per crescere ancora e ancora.