Nel giro di quarantotto ore si è passati dalla nascita della Superlega, una nuova competizione continentale parallela alla Champions League, che avrebbe dovuto portare nelle casse delle società partecipanti cifre da capogiro, alla definitiva cancellazione della stessa manifestazione, dopo aver scatenato un putiferio in seno alle Leghe nazionali, alla UEFA e alla FIFA, le quali minacciavano provvedimenti di radiazione dai rispettivi organismi con conseguenze inimmaginabili anche per i rispettivi tesserati, ai quali veniva preclusa la partecipazione persino alle Nazionali.

E dopo quarantotto ore possono tirare un sospiro di sollievo quanti erano preoccupati dagli scenari apocalittici dell’inaugurazione della Superlega: sicuramente la decisione di  frenare per il momento il progetto è frutto anche di valutazioni extra-calcistiche, sebbene non si escludono possibili risvolti anche dal punto di vista finanziario, visto che,  nelle ore immediatamente successive all’annuncio del nuovo format europeo, il titolo in Borsa della Juventus, giusto per citarne qualcuna, è balzato in avanti in maniera decisamente significativa.

Tancredi Palmeri polemico sulla Superlega voluta da Agnelli

Il  dibattito sulla Superlega si è scatenato già dalle prime ore di lunedì scorso, quando tutto il mondo sportivo e non solo ha fortemente criticato la scelta di annunciare la manifestazione, temendo evidenti strascichi nei rispettivi campionati, ai quali senza dubbio le “dodici grandi sorelle d’Europa” avrebbero potuto rinunciarvi, sebbene siano arrivate smentite a tutto spiano.

Un attacco senza mezze misure è giunto dal giornalista e corrispondente per BeIn Sports, Tancredi Palmeri, il quale nel suo editoriale per Tuttomercatoweb, ha polemizzato nei confronti di Andrea Agnelli, presidente della Juventus ed uno dei principali artefici della competizione: “La Superleague doveva essere il futuro, è già il passato. E’ durata 48 ore di clamorosa dabbenaggine - afferma - la velleità di attentare al principio del merito sportivo da parte dei grandi del calcio. Del resto, non era stato Florentino Perez a dire che i giovani non si interessavano più al calcio perché le partite sono troppo lunghe (il che è vero) e che per questo si poteva pensare anche a fare le partite più corte (bestemmia)?

E Palmeri prosegue: “Ci ha pensato la Superlega ad adattarsi subito alle esigenze, prima competizione di sempre a durare solo 48 ore nette. Hanno sbagliato tutto i 12 grandi, ma a dire il vero si deve fare un distinguo: perché sui 12 ce ne sono 10 che semplicemente hanno creduto bene di accodarsi per trovare un profitto, e poi e soprattutto 2 che hanno pianificato e orchestrato tutto: parliamo ovviamente di Florentino Perez e Andrea Agnelli. E tra i due - continua rincarando la dose -, uno è il gatto e l’altro la volpe: perché Florentino ha utilizzato a suo piacimento Andrea, messo a suo tempo alla presidenza dell’Eca per un patto stretto dal madridista con Bartomeu, mandato avanti a fraternizzare con Ceferin, e poi fatto lapidare come scudo a protezione”.

La pessima figura di Agnelli: il commento di Palmeri

Sarebbe dunque Agnelli, secondo Palmeri, ad aver fatto una pessima figura dal punto di vista sportivo e non solo: “L’immagine sportiva e politica di Andrea Agnelli a livello internazionale è assolutamente devastata. Irreparabile. La gestione della sua immagine a livello internazionale - continua -  è stato un raro caso di disastro ambulante dal punto di vista della comunicazione e pr”.

E poi Palmeri afferma: “A livello internazionale, la valenza politica di Andrea Agnelli è totalmente finita. Rimane rilevante per Perez ovviamente, perché è l’utile pedina per il madridista per continuare a fare il lavoro sporco senza imbrattarsi le mani, ma per il resto Agnelli - conclude - ha terminato da solo la proprio credibilità internazionale”.

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