Ad una settimana dalla sconfitta del San Paolo, Maurizio Sarri si ritrova a dover fare i conti con la realtà bianconera: si cerca una soluzione impellenteUn segnale di mancanza di lucidità totale è emerso già dopo la prestazione di domenica sera contro gli azzurri, infatti a partire dalla dubbiosa formazione che, inizialmente doveva essere un 4-3-1-2 e si è rivelata un 4-3-3 poi, il tecnico toscano e la squadra non sono arrivati a Napoli del tutto coscienti del match e degli avversari che avrebbero dovuto affrontare. O, ancor più probabile, dall'atteggiamento e dal modulo adottati, quasi i bianconeri sembrerebbero essere arrivati all'arena di Fuorigrotta con un pizzico di presunzione di troppo, dettata probabilmente, da una parte, dal momento critico in cui versava il Napoli fino alla scorsa settimana, dall'altra, dalle vittorie che li hanno contraddistinti e dalla loro posizione in vetta alla classifica. Ad aggravare il risultato di 2-1 per il Napoli e la perdita di 3 punti importanti che avrebbero portato la Juventus ad avere un gap di ben 6 punti dall'Inter, sono state le dichiarazioni dello stesso Sarri che, nel post partita, alla domanda: " Fa più male perdere a Napoli?", ha espressamente dichiarato: "Sinceramente no. Sono contento per i ragazzi a cui sono e rimarrò affezionato per sempre, se proprio devi perdere per lo meno siano contenti loro. Certo, avrei preferito che cominciassero tra una settimana...". Esternazioni queste, che non hanno sortito proprio ammirazione da parte dei tifosi bianconeri e non solo, tutt'altro, non sono state per niente digerite e, lo stesso allenatore, si è catapultato nell'occhio del ciclone. Non che fino a quel momento non vi fosse di già. Una situazione già precaria dal principio quella dell'allenatore della Juventus, approdato ad una alla realtà alla quale non era abituato, ad una società dove l'immagine è fondamentale e tutto deve essere pesato e perfetto, dalle singole parole ai modi fare e Sarri, forse, non è l'allenatore idilliaco da gestire, ma probabilmente, la Juventus non è la squadra altrettanto idilliaca da dover gestire. Ecco forse è proprio questo il termine chiave "gestire". Sarri non ama essere il gestore di una realtà già chiaramente affermata e delineata, ma le sue origini e la sua natura lo portano ad essere un uomo "di campo", proprio sul rettangolo verde cerca di trasmettere ai calciatori il suo gioco, ma forse è proprio lì che non riceve i riscontri desiderati. Incomprensioni interne, quindi, potrebbero essere i motivi di questo episodio da dimenticare, magari il confronto a carte scoperte potrebbe essere la soluzione, un "meeting" tra le mura della Continassa tra l'allenatore ed i senatori bianconeri potrebbe portare ad innescare una fiducia fondamentale che, a quanto pare, ancora non è totale ed a dimostrare ciò un calcio "sarriano" visibile in campo solo a sprazzi e non per 90 minuti. Se i veterani che hanno vestito i colori bianconeri ed i leaders presenti, comprendano la vera natura ed il reale calcio di Maurizio Sarri e riescano finalmente a "convincere" il resto della squadra che i risultati concreti arriveranno solo affidandosi al loro tecnico, allora il percorso sarà sicuramente in salita. In caso contrario Sarri oltre ad essere nell'occhio del ciclone, sarà purtroppo anche sul filo del rasoio. Altro e fondamentale tassello, oltre allo spogliatoio, potrebbe essere un confronto tra l'allenatore ed i "piani alti". Nonostante la comunicazione non sia il suo forte, in questo momento è proprio quello di cui ha bisogno per dare giusta contezza di ciò che vale.
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