Kyrie Irving guida il fronte del no dei giocatori che non vorrebbero riprendere la stagione a Orlando, causa Coronavirus e scontri razziali. Non è dello stesso avviso la guardia dei Rockets Rivers Una vera e propria bomba si è abbattuta sulla NBA. Ci sarebbe infatti una vera e propria spaccatura tra i giocatori, molti dei quali rappresentati da Kyrie Irving, non favorevoli alla ripresa della stagione per le preoccupazioni legate al Coronavirus e alle tensioni razziali. Tra questi ci sarebbero anche Dwight Howard e Lou Williams: la guardia dei Clippers ha scritto su Instagram: "Stiamo combattendo per un cambiamento radicale. Lo sport è un fattore di cura, su questo siamo d'accordo. Ma in questo clima è una distrazione. La gente non vede l'ora di stare a casa a bere birra e guardare pallacanestro invece di stare fuori a combattere per l'uguaglianza". Forte anche il messaggio lanciato dal centro dei Lakers, che ai microfoni della CNN ha dichiarato: "Il basket o l'intrattenimento in generale non è necessario in questo momento. Amerei vincere il mio primo titolo NBA, ma l'unità della mia gente sarebbe un trofeo ancora più grande, ed è troppo bello per poterci rinunciare".  Di tutt'altro avviso la guardia dei Rockets Austin Rivers, che ha attraverso il profilo Instagram si è così espresso: "Tornare in campo permetterebbe di mettere soldi nei portafogli dei giocatori NBA. Con quei soldi possiamo aiutare ancora di più e continuare a dare il nostro tempo e le nostre energie al movimento Black Lives Matter, che supporto al 100%. Perché il cambiamento deve accadere e le ingiustizie vanno avanti da troppo tempo. La NBA è una lega prevalentemente afro-americana. Così il nostro pubblico. Dare svago e intrattenimento ai ragazzini è importante". Il figlio di coach Doc sposta poi l'attenzione sull'aspetto economico: "Il 99% della NBA non ha fatto i soldi che ha Irving. Amo la sua passione per aiutare questo movimento, è ammirevole e di ispirazione ma deve essere utilizzata nella maniera giusta, non al costo dell'intera NBA e delle carriere dei giocatori. Si possono fare entrambe le cose: possiamo giocare e possiamo aiutare il cambiamento per le vite nere di questo paese".  
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