Ziliani e Irrati - Twitter
 

Il noto giornalista sportivo Paolo Ziliani accusa l’intero mondo arbitrale nel suo ultimo articolo redatto per Il Fatto Quotidiano. Ziliani ha analizzato in particolar modo il fallo di Ranocchia su Belotti durante lo scorso Torino-Inter. Rigore che l’arbitro Guida non concesse. Ziliani se la prende in particolar modo con il designatore arbitrale Rocchi, il quale affermò che Massa (che era presente in sala VAR in questo match) si fece condizionare dalla percezione in campo. Tesi definita falsa dal giornalista. Riguardo questo episodio e quelli recenti, Il Pallone Gonfiato ha estrapolato le seguenti parti dell’interessante articolo di Ziliani:

 

“Se l’errore di Guida è stato grave e quello di Massa gravissimo, le parole di Rocchi gridano vendetta. Per 5 buoni motivi. 1. Tanto per cominciare non si capisce perché ci siano volute due settimane per diffondere l’audio incriminato; lo si poteva fare subito o il giorno dopo, anche per evitare le inevitabili code polemiche e i veleni. 2. Visto che “Massa era al VAR perché è molto bravo”, non si capisce perché l’unica sua preoccupazione sia stata controllare se Ranocchia avesse preso la palla o no (l’ha presa ma dopo aver atterrato Belotti): anche un arbitro esordiente sa che se travolgi l’attaccante e poi tocchi la palla trattasi di rigore grande come una casa. 3. Quello che Rocchi non dice riguarda il vero motivo alla base del rigore negato, e cioè che Guida e Massa appartengono al folto gruppo di arbitri tronfi, sdegnosi e sprezzanti che non vogliono mai essere contraddetti, aborrono il VAR (scuola Orsato) e decidono, nel caso, di venirsi incontro al grido “Se rivedi l’azione, dammi comunque ragione”, oggi a te, domani a me. 4. Per questo, e non per il suo essere stato “troppo istintivo”, Massa ha compiuto al VAR un tale massacro del regolamento: sapeva perfettamente che di rigore si trattava ma il principio che occorreva riaffermare era che a decidere non dev’essere la tecnologia, ma l’uomo: l’inappuntabile arbitro italiano. 5. Ricordate Calvarese e l’inaudito, comico rigore concesso alla Juve nel finale di Juventus-Inter 3-2 del campionato scorso (Cuadrado che fa fallo su Perisic e non il contrario?). AL VAR c’era Irrati, spacciato da anni come il miglior “varista” del mondo, l’errore fu grottesco ma nessuno disse bah, l’AIA premiò Calvarese con la deroga per continuare ad arbitrare e l’audio arbitro-VAR non venne mai reso noto.
 

Perché? L’infallibile Irrati vide che non era rigore e lo disse? Oppure fece finta di nulla certificando col suo silenzio lo sfregio del regolamento? Il sospetto è che l’AIA si comporti così: se due arbitri sono d’accordo, anche nel compiere un’infamia regolamentare, l’audio verrà diffuso, poi qualsiasi panzana basterà a sdoganarla; se invece qualche sgradevole disarmonia si è palesata (vedi colloquio Orsato-Valeri nell’Inter-Juventus della mancata espulsione di Pjanic: (“Ero troppo vicino all’azione, per questo ho visto male”, si giustificò 3 anni dopo l’arbitro di Schio) l’audio verrà fatto scomparire e negato persino all’indagine del Procuratore Federale, Pecoraro”

“Morale della favola: a dispetto della maxi-sospensione di cui s’era favoreggiato, Massa e Guida sono tornati in campo ieri e l’altro ieri, come se niente fosse, dopo un solo turno saltato. L’AIA ha detto loro: bene così, comandiamo noi. Perché “Io so’io e voi non siete un cazzo”. Amen”

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