In molti si aspettavano una semifinale semplice per l'Inghilterra, vuoi per  dell'attacco stellare a disposizione di Southgate, vuoi per il pubblico di Wembley nettamente in maggioranza in confronto a quello danese. Invece il match disputato nel tempio del calcio per eccellenza è stato duro, tattico e giocato fino in fondo dalla squadra danese, la quale ha retto alla grande contro i britannici per almeno un'ora per poi lasciare campo a Kane & co. 

I nordici sono stati i primi a passare in vantaggio grazie alla punizione non irresistibile di Damsgaard, dove Pickford poteva certamente fare qualcosa in più. La pressione offensiva degli inglesi sulle corsie esterne, ha però avuto la meglio e dopo un miracolo di Schmeichel su Sterling, la difesa danese è capitolata al 39' minuto con l'autorete di Kjaer, intervenuto in scivolata per anticipare lo stesso Sterling servito dalla destra da Saka

I danesi hanno continuato a creare qualche grattacapo dalle parti di Pickford, ma in maniera timida mentre l'Inghilterra è cresciuta sempre di più con il passare del tempo, aumentando il proprio baricentro grazie all'ingresso di Grealish, il quale ha dato più brio sia a centrocampo che sul fronte offensivo grazie alla sua tecnica e maestria tattica nei movimenti. Il match volge ai supplementari e l'epilogo di un vittoria inglese comincia ad arieggiare a Wembley. Il gol decisivo lo firma Kane su calcio di rigore molto dubbio, procurato da uno scatenato Sterling. Gli inglesi  continuano a esclamare il ritornello tipico “It's coming home”, ma il prossimo avversario che incontreranno in finale lo conosciamo bene e di certo non sarà d'accordo circa questo coro ricorrente, che oramai dura dal lontano 1966. 

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Rassegna stampa - La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport e Tuttosport

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