Scelta della foto non casuale: più ancora di essere a Tokyo, il bello di quest'estate del basket è esserci arrivati con la Nazionale, con questa Nazionale vien da aggiungere ( e con le ragazze del 3x3 che, in estrema sintesi, hanno pagato lo stesso dazio fisico dei ragazzi ). E'stato bello fare festa per il risultato di Belgrado, che ci si sperasse o no. E'stato ancor più bello dover puntare la sveglia per le partite, sapendo di essere in tanti, e vedere che il credito che ci davano gli altri, avversari ma anche semplicemente italiani, pure quando spettatori casuali delle Olimpiadi,. ci davano in misura addirittiura superiore a quello che eravamo disposti a concedere noi. Infine, prima di passare strettamente al basket, è bello aver visto Tamberi mimare il tiro sul tappeto del salto in alto, è stato bello leggere che il basket è la passione di Jacobs, e sapevamo già quanto ci tenesse anche Paltrinieri ( a proposito: in bocca al lupo per la 10 km )

La lezione di Meo

Prima esonerato, poi confermato, comunque sempre allenatore di questo gruppo, Meo Sacchetti è stato cacpace di realizzare un piccolo capolavoro: ha mandato in campo un'ottima squadra, sempre, merito anche dei ragazzi si intende, anche se altrettanto sempre gli mancavano dei giocatori. E abbiamo pagato proprio questo paradosso. Non solo non avevamo i lunghi che ci sarebbero serviti già contro l'Australia e poi oggi contro la Francia, ma anche un buon numero 2 considerato che Tonut in certre partite, quando il talento di Mannion si è mostrato ancora acerbo, non bastava come coperta. E non vale l'obiezione che un buon numero 2 è rimasto a casa. Innanzi tutto per rispetto verso Belinelli, e anche per i presenti, soprattutto poi perchè un'Olimpiade recuperata dopo 17 anni ti impone di guardare al futuro più che al passato.

Tre domande

Adesso, anche lasciando passare qualche giorno, sapendo che qualcuno vorrà dimenticare in fretta per passare ad altre questioni, sicuramente importanti ma non slegate dalla domande che stiamo per fare, maxime l'apertura pià larga possibile dei palasport, ci sono tre domande che ci dobbiamo fare per trovare, tutti insieme, una risposta. La prima: verificato quanto è bello andare ai Giochi, possiamo ancora vivere da separati in casa tra un campionato e l'altro, tra il basket maschile e il basket femminile, per non parlare del basket in carrozzina ? Tokyo, casomai qualcuno si fosse dimenticato la lezione dei Giochi, che è sempre la stessa, a maggior ragione di questi tempi, ci dice che la prima urgenza è recuperare una versione olistica del movimento. Tutti insieme appassionatamente. La seconda :visto che non abbiamo una generazione di talenti come quella che dovrà fotrse pensionare la Spagna, ma un gruppo eterogeneo, diverse età, diverse provenienze, ci possiamo permettere un allenatore della Nazionale part time ? Non sarebbe meglio un Sacchetti a tempo pieno che frequenti le stesse strade che ha aperto, alla visione di tutti, Roberto Mancini ? Non vale l'obiezione che non siamo il calcio, non vale nemmeno l'obiezione che non abbiamo le stesse risorse, anche proprio perchè non le abbiamo dobbiamo essere più attenti.Si tratta di sommare tante esperienze diverse, e trovare una via italiana al canestro sapendo che, ad esempio, non abbiamo dei lunghi tanto forti da potersi opporre agli armadi ad esempio australiani e francesi. L'ultima: senza fare i conti in tasca alla Reyer, in realtà senza farli a nessuno, possiamo noi, basket italiano, non avere voglia e bisogno di mandare uno Stefano Tonut a giocare in Eurolega, detto pure che la Eurocup di quest'anno ha una prima fase da 18 partite? Si può anche rispondere con un rinnovato impegno a far sì che l'Eurolega aumenti il numero di italiane in Eurolega. I migliori azzurri sonio stati quelli che hanno scelto di andare all'estero, mettendo con Fontecchio e Polonara ( discorso a parte per Gallinari e Melli ) anche Pajola che due anni di stage ...all'estero con Tedosic e Djordevic li ha comunque fatti ( con grande soddisfazione di Scariolo che adesso dovrà guidare la definitiva affermazione del giocatore che più di altrio ha saputo girare le partite ).

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