In risposta alle croci di Casteldebole, il patron Saputo firma una nota autoassolutoria. Il punto della situazione in casa Bologna Mi pareva che fosse l'ennesima cantonata presa (volutamente: di buona fede nel difendere l'indifendibile non ce n'è nemmeno un po').. Mi pareva ma prima di scrivere ho voluto verificare.In premessa, una considerazione. La situazione del Bologna è grave ma non è seria. Già scritto più volte ma mai come oggi attuale. Quelle croci, messe di giorno, sotto gli occhi di chi va all'Isokinetic e passa sullo stradone, odorano di soffritto più che di formalina (un collega le ha argutamente definite le Croci di Casalecchio). La Dotta non riesce a essere compunta su queste cose futili. Che sia un gesto brutto, inqualificabile nella sua idiozia, è un fatto acclarato. Che faccia arretrare la contestazione e la costringa a un passo indietro è una possibilità, ma questo tentativo alimenta dietrologie. Quando poi irrompe la scena il patron e verga (o fa vergare, ma la firma è sua) una nota maldestra, minacciosa (vuole andare? Vadi...) e auto-assolutoria la frittata è fatta. Adesso tutti conoscono lo spessore di questa allegra compagnia di giro. Comunque, i fatti. In almeno tre occasioni distinte il sottoscritto ha difeso i dirigenti, dando la colpa a Lui. Ecco i passi. Bolognanews, Director's Cut, 20.08.18 "Io invece credo che, con una qualità tecnica così modesta, scarsissima propensione al gol, ambiente spaccato, proprietà inavvertibile sul piano sportivo, se c'è una possibilità di fare 38 punti questa consiste nel lavoro del management". Ibidem, 19.10.18 "Fenucci, con Bigon, è nel mirino della tifoseria per abbassamento delle aspettative sportive - il che, in realtà, rimonta all'owner -. Le sue parole vengono tradotte in un "piazzarsi lì o là non ci cambia". Non è così, ma il dirigente romano scende - immeritatamente - di un'altra tacca nella considerazione generale"..Director's Cut, 9.11.18 "A questo punto partono le giaculatorie del web. “Bigon, dimettiti !” “Bagaglio !” “Frustamaroni !”. Stessa accuratezza di bersaglio di tanti altri. Li elenchiamo? Gli allenatori. Claro que sì, i giornalisti, un obiettivo sempre a disposizione, che si tratti di dirigenti, tecnici o o tifosi. I social. Mai l’unico che ne porta davvero le responsabilità, e vive in Canada, tace, sbircia annoiato partite spesso scipite (non negli ultimi tempi, bisogna riconoscere) e riprende il volo direzione casa. Dove possiede un’altra squadra dal rendimento simile, e fa piazze pulite alla velocità della luce rispetto a quanto capita qui. Dove confligge con l’ente locale (che qui è molto più democristiano: grande sintonia con Fenucci) e ha rapporti dall’indifferente al negativo con la stampa, nonostante le “cotolette” del Quebec distribuite ai colleghi d’oltre Oceano". Bene, era solo per amore di chiarezza. Ho probabilmente esagerato nel difendere i dirigenti ma certamente non nel puntare il dito verso il padrone. Sono solo contento di non avere preso un abbaglio nel mettermi nel ruolo di coscienza critica quattro anni fa, un'eternità. Continuerò a farlo, se mi sarà possibile. A differenza del principio, in cui ero veramente solo, oggi colleghi e opinione pubblica diffusa hanno un'altra consapevolezza. Sono contento, nel mio piccolissimo, di avere svegliato qualche coscienza. E che provino a fare dei punti, e a prendere qualche giocatore, anziché arrampicarsi sugli specchi.
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