Vincere per dimenticare’: si potrebbe intitolare così la pellicola che al Marassi, nel turno infrasettimanale della 5^ giornata di A, vede protagoniste il Genoa di Aurelio Andreazzoli e il Bologna di Sinisa Mihajlovic. Vincere per risollevare la testa dopo le due sconfitte consecutive incassate contro Atalanta e Cagliari da un lato. Conquistare il bottino pieno, dall’altra parte, per cancellare rapidamente gli ultimi secondi del match perso malamente contro la Roma. Il Bologna, davanti al 3-5-2 del Grifone, si schiera con il consolidato 4-3-2-1, composto da Tomiyasu, Bani, Denswil e Krejci a protezione di Skorupski, Medel e Poli in mediana, Orsolini, Soriano e Sansone a rifornimento del rientrante Palacio, preferito all’abulico Destro di domenica. I team si affrontano a viso aperto come due pugili segnati da una voglia matta di schiacciare l’avversario e, contemporaneamente, da continue amnesie difensive che, per fortuna di entrambi, non portano a compromettenti svantaggi al termine della prima frazione di gara. Non è un caso che per vedere Massa estrarre il primo giallo dell’incontro bisogna aspettare solo 120’’ di gioco: a farne le spese è il disattento Tomiyasu, colpevole prima di una noncuranza in fase di possesso palla e poi di un atterramento doveroso ai danni di Barreca, lanciato in porta dopo un facile recupero della sfera. Il Bologna appare frastornato, nei primi minuti, dal pressing alto e costante del Genoa: al 3’ lo schema architettato su punizione dal Genoa porta alla conclusione insidiosissima di Schone, che di destro non centra la porta per questione di centimetri. Evidentissima è la vita facile dei padroni di casa sulla fascia destra coperta, solo in teoria, da un impalpabile Krejci, in netta difficoltà nel ruolo di terzino. A invertire il copione del match ci pensano Palacio, Orsolini e Soriano, che, tra il 10’ e il 22’, regalano convinzione e potenziali conclusioni pericolose a un Bologna in crescita. Peccato, però, che gli stessi giocatori del reparto avanzato felsineo manchino di forza e precisione per portare in vantaggio il proprio team. Il match vive di folate che costringono l’arbitro ad ammonire prima Lerager e poi Zapata rispettivamente colpevoli di allontanare la sfera al fischio di Massa il primo e di fermare irregolarmente Palacio col più classico dei falli tattici il secondo. A firmare la più nitida palla-gol del primo tempo è Schone, che, al 31’, di destro, centra in pieno la traversa con una parabola su punizione sulla quale, probabilmente, Skorupski non è del tutto impeccabile. Nella ripresa, la partita sembra un rewind dei primi 45’: dopo una manciata di secondi, infatti, Denswil si fa ammonire per un fallo a dir poco ingenuo ai danni di Kouamé al limite dell’area di rigore emiliana. Il Genoa è nettamente più vivace del Bologna: lo dimostra, al 50’, la diagonale forte e tesa disegnata da Barreca e sventata centralmente, con non pochi rischi, da Skorupski. Dall’altra parte, Orsolini fa riaffacciare i suoi in avanti con una grande azione personale conclusa però con un sinistro sul primo palo che si spegne sull’esterno della rete difesa da Radu. Se la formazione di Andreazzoli tiene maggiormente le redini del possesso palla, il Bologna si affida alle ripartenze per graffiare i rivali. L’elemento in comune delle due squadre? Il ritmo elevato condito dai tanti errori in fase di ripartenza di entrambe e dai numerosi fischi arbitrali per gli interventi scorretti dei giocatori in campo. Guardare il fallaccio di Ghiglione ai danni di Denswil per credere - punito giustamente con il quinto cartellino giallo dell’incontro -. Solo l’ordine può contrastare la confusione: Andreazzoli spedisce in campo Saponara al posto di Pinamonti. Dall’altra parte, De Leo richiama in panchina Palacio a beneficio dell’entrata di Santander. Ed è proprio da una giocata di quest’ultimo che potrebbe arrivare il gol del vantaggio per il Bologna: l’assist del Ropero per Soriano conduce Schone ad atterrare in area il numero 21 degli emiliani. Per Massa non ci sono dubbi: rigore! Peccato, però, che il cucchiaio di Sansone dal dischetto si infrange dritto dritto sul legno orizzontale della porta rivale, suscitando l’incredulità dei supporters bolognesi e il successivo parapiglia tra Radovanovic e Poli, entrambi appuntati dall’arbitro sul taccuino dei cattivi per condotta antisportiva. Andreazzoli cerca riparo alle difficoltà dei suoi: Schone e Barreca, dentro Favilli e Pajac. Dall’altro lato, Skov Olsen e Dzemaili subentrano a Poli e Soriano. Il classe ’99 danese fa anche in tempo a farsi ammonire per il fallo tattico sull’avversario lanciato in ripartenza. La tensione degli ultimi minuti e i 3 minuti di recupero non cambiano le sorti di un match ricco di intensità ma privo di gol. Per il Genoa si tratta di una chance sprecata in vista di una seconda vittoria in campionato. Il Bologna, invece, torna a casa con un punto prezioso e una prestazione in crescendo, in attesa della trasferta di domenica sul campo della Dacia Arena contro l’Udinese di Igor Tudor.

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