Scrivo alle 14. Non so chi vincerà la Final Eight di Coppa Italia: ho dei sospetti, forti, ma ho già una certezza. Torniamo tutti, dovremmo tornare tutti da Milano con la consapevolezza che sono arrivate in finale le squadre che più e meglio si sono affidate a un allenatore: Messina a Milano è il presidente di se stesso, carica che poteva sembrare presuntuosa l'anno scorso, e si vede invece adesso nella sua efficacia; Repesa è stato più efficace di ogni budget, in primis quelli che, essendo al risparmio negli anni passati, partivano da investimenti minimi sulla panchina, preferendo spendere il poco che c'era su giocatori modesti e poi allenati senza grande cura.

Non è una storia nuova

I momenti migliori del basket italiano sono sempre,o quasi, stati il risultato del riconoscimento del ruolo degli allenatori che non si esaurisce certo in allenamenti e partite. Gli allenatori sono la garanzia di una certa continuità: Brindisi non sarebbe arrivata senza Vitucci a sfiorare la terza finale consecutiva, la stessa Reyer ha avuto da De Raffaele più del molto che gli ha dato, permettendogli di formare una squadra con una identità precisa. Dunque, visto che stiamo celebrando con fin troppo silenzio i cento anni della Federazione, che sono i cento anno di noi baskettari ( meglio non approfondire che la Fip sia nata il 2 novembre ...), il messaggio è dare voce agli allenatori. Ad ogni livello: dal mini basket fino al gotha rappresentato da Bianchini, Peterson, Recalcati, ovviamente senza tacitare Sacchetti, e senza dimenticare nessuno.

Draghi uno di noi

Anche perchè adesso l'allenatore numero 1 d'Italia, Mario Draghi, è uno di noi: svelato dai giornali come un giocatore di basket ( non ex: smettiamola con questa storia di considerare terminate o, peggio, perse certe esperienze ), tifoso di Bill Bradley che è stato a sua volta giocatore e politico. Peccato che di Draghi come cestista si sia parlato una prima volta il 4 febbraio e a oggi, dieci giorni dopo, nessuno del basket ancora ha avuito l'idea, nemmeno geniale, dovuta, di invitarlo al Forum. Chiaro, non avrebbe potuto partecipare, ma questo è un altro discorso: non possiamo ogni volta scegliere il profilo basso se vogliamo essere percepiti come alti. Abbiamo bisogno di un aiuto dal governo ? Allora cominciamo ad invitare il presidente del consiglio a...casa sua. Poi, quando ci faremo vivi lui si ricorderà di noi. Non a caso, una volta di più, è stato un allenatore, nel caso specifico Messina, che ha detto invece di nascondersi in commenti banali sulla sua semifinale: abbiamo scoperto che Draghi è uno di noi, mi sembra giusto fargli avere il nostro in bocca al lupo.

Un'idea per il centenar io Fip: un censimento della gente del basket

Proposta per la Fip. 1 aboliamo l'etichetta di ex. Se uno ha giocato, allenato, visto una partita è uno di noi. 2 Censiamo tutta la gente del basket e spruzziamo un po'di orgoglio su un movimento che scoprendosi meno solo si sentirebbe meglio. Il censimento deve essere allargato, ma non generoso. Qualche nome per cominciare: Mario Draghi, Fedez, Alessandro Borghese, Alessandro Gassman ( per meriti paterni, avendo giocato Vittorio anche in nazionale, e per vicinanza allo sponsor del campionato ), Gepi Cucciari, Roberto Saviano, Nina Zilli, Rosanna Armani, Santo Versace, Adriano Galliani, Pierluigi Collina Francesco Piccolo. Senza nessuna fantasia, lo slogan del censimento potrebbe essere: "Il basket. Piace alla gente che piace". Finirebbero forse un po'in ombra i dirigenti attuali, ma poco importa: in vetrina ci si finisce per merito, e non eliminando la concorrenza.

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