Spettacolo a San Siro: il Milan crea, brilla e sciupa. I rossoneri passano in vantaggio due volte con Higuain e Bonaventura. L'Atalanta ci crede fino all'ultimo e pareggia i conti prima con il Papu e, nel finale, con Rigoni San Siro chiama la vittoria, il Milan non risponde, nonostante una prestazione sicuramente di livello davanti a un'Atalanta mai doma. Gli uomini di Gattuso nel primo tempo sembrano i demoni giusti per la sinfonia dell'Inferno con cui strapazzare i bergamaschi ed invertire un trend di 0 vittorie in 4 partite negli ultimi quattro anni contro la Dea. Pronti e via: Suso riceve palla sulla destra, dà uno sguardo al centro, crossa forte e teso, dalla propria mattonella, sul destro di Higuain che, puntuale, gira splendidamente in rete, al volo, la palla dell'1-0. Un gol da campione puro, per la goduria dell'intero stadio e di Gennaro Gattuso, l'uomo che proprio ieri ha coccolato il suo numero 9 in conferenza stampa. La filosofia del Milan è ben salda per l'intera prima frazione di gioco, durante la quale manca solo la ciliegina del 2-0, sfiorato prima dallo stesso Pipita - su cui spettacolare è l'intervento di Toloi, al 15' -, annullato dal Var, poi, a Bonaventura, reo di colpire di testa in fuorigioco sullo splendido cross di Calabria. La continuità dei rossoneri nell'arrivare con facilità alla porta avversaria quasi intimidisce ancor più l'Atalanta, che manca l'affondo per il pari con Barrow al 25' e con Pasalic al 33'. Quest'ultimo, in particolare, si divora letteralmente un gol già fatto spingendo oltre la linea di fondo un pallone velenosissimo messo in mezzo da Toloi. Dall'altra parte, Bonaventura non è fortunato nel tentativo di portare a due i gol di vantaggio dei suoi: stavolta è il palo a dire di no all'ex atalantino. Errore di misura, invece, quello successivo di Kessie, che, dopo una bella azione sull'asse Higuain-Suso, calcia fuori, nonostante l'ottima posizione di fronte al solo Gollini. Lo strappo dell'ivoriano è l'ultima chance del primo tempo. I secondi 45 minuti di gioco? Uno spettacolo puro per il calcio, anche e soprattutto grazie ad un'Atalanta meno remissiva e diversa negli uomini d'attacco: fuori Barrow, dentro Zapata; fuori Pasalic, dentro Rigoni. Il risultato? Un pareggio meritato dopo soli otto giri d'orologio, quando il numero 91 nerazzurro spara forte al centro una palla al bacio sulla quale il Papu è una scheggia nell'avventarsi e girare sul primo palo alle spalle di Donnarumma. Ma il Milan non ci sta e al 61' raddoppia con Bonaventura, che al terzo tentativo trasforma in rete di sinistro, da vero e proprio numero 9, l'assist di Suso grazie ad un grandissimo inserimento nel cuore dell'area di rigore avversaria. Il Diavolo, tuttavia, non ammazza definitivamente la Dea e viene nuovamente punito: all'errore sotto porta di Çalhanoğlu, infatti, risponde in un primo momento la botta a colpo sicuro di de Roon - salvata miracolosamente sulla linea da Rodriguez - e, al 91', il definitivo 2-2 messo a referto da Rigoni. Per l'argentino, tenuto in linea da Romagnoli, è un gioco da ragazzi ribattere in porta il tentativo di andare a segno di Zapata murato da uno straordinario Donnarumma.  La beffa è servita, l'Atalanta costringe al pari un Milan forte ma disattento nei minuti finali davanti all'incredulità (e più di un fischio) del pubblico presente sugli spalti di San Siro. I rossoneri salgono al 14° posto in classifica, a quota 5 punti, gli stessi di una Dea che, dopo due sconfitte consecutive, ritrova un prezioso risultato utile sul medesimo campo dal quale, negli ultimi anni, non è mai uscita con le ossa rotte.
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