Walter Sabatini in conferenza stampa

Ero a Rimini, Grand Hotel, alla "felliniana" apertura del calciomercato, un evento con mostra nel parco che trasportava nella Disneyland d'Italia il sogno dei calciatori campioni, dei presidenti ricchi ed eccentrici, dei mister - anzi, era più pertinente, negli anni '60, dire "trainer" - di personalità, che allenavano anche i giornalisti. In realtà quel teatro era un falso storico, per quanto benissimo organizzato dalla Regione, giustamente tesa a utilizzare lo sport per promuovere il turismo. Le trattative erano un fatto milanese, mica romagnolo: ma il richiamo di Amarcord rendeva tutto plausibile, al di là del fatto che il mitico Pico, fotografo riccionese, effigiava le vacanze comuni di Pelè e Haller, e il Conte Rognoni faceva di Cesenatico la sede del "Processo" ante litteram, tanti lustri prima di Biscardi, del pendolino di Mosca e delle pin up di Chiambretti.

Sul palco, a rievocare i giorni belli, tre reucci del mercato. Adriano Galliani, il vero autore del fenomeno Milan. Beppe Marotta, strappato alla Samp per fare tornare grande la Juve. E in rappresentanza del Centro Sud pallonaro, Walter Sabatini, prima Palermo e poi Roma. 

Nessun accenno al Bologna, e del resto erano lontani gli inizi saputiani, tanti minuti su Sky per delineare strategie che si sono sfarinate ben prima della pandemia. Pensare che nel trapasso tra Dall'Ara e Goldoni il club rossoblù rifiutò lo scambio tra Ezio Pascutti e Gigi Riva...ecco, dà l'idea della differenza. Quindi comprendo perfettamente che la dorata pensione del manager umbro a Casteldebole (in verità lui dovrebbe dividersi con lo Stade Saputo a Montreal, ma viaggiare non è esattamente, oggi, la cosa più comoda) incontri poco il suo desiderio di operatività, però non è che se la deve prendere con la piazza se ha poco da fare.

La novità sta nel fatto che alle esternazioni post mercato in tv a Bologna - in cui non ha condito le sue invettive su stampa e tifosi con i termini in voga, "gufi" e "maigoduti", solo perché è scaramantico e sa che questi epiteti portano una sfiga pazzesca - hanno fatto seguito le esternazioni in tv a Roma, la più rilevante delle quali, in chiave nostra, è "a Bologna c'é un tentativo di demolire Musa Barrow". 

Ma no, Walter, prima del meritato exploit di Parma qui si erano fatti 8 punti in 11 gare. Che occorresse una punta, fai pure solo da inserire nelle rotazioni, lo hanno sostenuto anche tanti "guardiani del Tempio", pasdaran del Quebec, tifosi con gli occhi pieni di Joey. Io non so cosa ti raccontino in ufficio, ma ti assicuriamo che perdere metà delle partite che giochiamo, come capita regolarmente da 6 anni, è rischioso, poco divertente e pure poco progettuale. E ti ricordiamo che ci hai già detto un anno fa che al mercato estivo avresti preso nomi degni del tuo passato. Siccome sappiamo che, ove ciò avvenisse, succederà solo mediante il sacrificio di un paio di stelline attuali, noi minoranza delle minoranze ti invitiamo a pensarci bene, Ilicic a Bergamo e De Paul a Udine sono lì da un pezzo e nessuno si sogna di spostarli.

Perché poi....gli infortuni. Il tuo mister, che ha sicuramente tanti meriti e qualche pervicace cocciutaggine (se avessimo giocato con il Sassuolo stretti come facciamo ora col cacchio che ci uccellavano così !), sbaglia i conti. Numero infortunati + contagiati del Bologna 20, dello Spezia 36 e del Genoa 41. Insomma, di cosa ci lamentiamo? Dell'essere stati medicalmente molto bravi a contenere la pandemia? In quello il Bologna è da Champions.  

Ora che la classifica si è fatta più presentabile, e non di poco, ti invitiamo a riflettere e a porti nell'ottica di Saputo. Angelo Cristofoletti, intermediario per l'affare Antov, dice a TMW: "Il ragazzo aveva riscosso l'interesse di vari club italiani dopo le grandi prestazioni in Europa League contro la Roma. Da lì è stato facile avviare un discorso con un club italiano importante che era molto interessato a Antov già ai primi di gennaio e che era proprio alla ricerca di un difensore centrale giovane di piede destro e che avesse già esperienza internazionale. Questa trattativa ha avuto un momento di stallo nel pomeriggio di sabato e allora ho deciso di proporlo al Bologna perchè ritenevo che le qualità tecniche del ragazzo si avvicinassero all'idea di calcio di Mihajlovic e del direttivo tecnico dei rossoblù. Così ho avuto contatti con la società emiliana e nella giornata di domenica abbiamo intavolato questa operazione che è andata avanti tutta la notte per poi trovare una quadra nella giornata di lunedì".

Nessuno lo ha smentito, ma nell'ottica dei costi industriali sarebbe stato meglio un intervento vostro che stoppasse eventuali balle. Non c'è stato, quindi è tutto vero.

Per cui, io, Joey Saputo, che mi sono detto "extremely happy" del management, chiedo: a che serve la struttura, se le trattative si fanno in 24 ore? A che servono tre direttori sportivi? Nel famoso database, Antov c'era?

Certo di una pronta ed esauriente spiegazione, ti mando un caro saluto. 

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