Siamo a Basket City ? Allora nel giorno del primo derby di BasketBolla, una partita senza tante emozioni, ma anche senza il solito pesante magone di cui parleremo ancora, cominciamo parlando di chi comanda: dopo 8 giornate, la Virtus donne è seconda in classifica, davanti a quella Schio sul cui campo ha perso solo ai supplementari,e dietro quella Reyer sul cui campo giocherà nell'ultima di andata, il 30 dicembre, quando insomma sarà il momento per un primo bilancio. Intanto, qualcuno avrà già registrato una coincidenza: con un australiano in squadra, la Virtus volava, e ci riferiamo qui alla squadra maschile; con un'australiana come faro, ma non come unica punta, Abby Bishop, una carriera da nomade dei canestri, a casa sua, in Europa, nella Women Nba a Seattle, le ragazze della Segafredo meritano un po'di attenzione. E anche l'invito a cercarle in rete, pure per le partite in diretta, sfidando il poco spazio che viene dato ( e quello ancor più piccolo che viene cercato dai suoi dirigenti ) al basket femminile.

Gli Mvp del derby

Si', Mvp al plurale. Perchè sono stati almeno due. Nomination per Teodosic, in particolare per qualche assist da vero genio della lampada, ma stavolta non ha vinto lui. Nomination per Weems: quando lui gira, una volta da attore protagonista, un'altra da attore non protagonista, la squadra funziona. Era così l'anno scorso, è di nuovo così adesso, dopo un suo lungo reinserimento nella squadra, ma stavolta non ha vinto lui. Nomination per Djordjevic che non ha di nuovo in mano la squadra, perché in realtà non gli era mai scappata, c'era un problema di sintonie umane e di dubbi professionali, affrontati adesso con scelte diverse, vedi il doppio lungo, vedi il comitato di garanzia in campo per proteggere Adams per non farlo deragliare dalla guida della squadra. Ma stavolta non ha vinto lui. Gli Mvp del derby sono stati Alessandro Pajola e Marco Mordente, il quale non gioca da un pezzo, è stato anche uno degli avversari più fieramente ostici della Virtus, ma nella telecronaca su Eurosport è stato perfetto in almeno due passaggi. Uno proprio su Pajola:"Non deve giocare da comprimario. Se è stanco, deve capire che Djordjevic sta comunque per chiamarlo in panchina, non deve fare il terzo fallo". Un altro sulla Fortitudo a inizio dell'ultimo quarto, quello della resa : "Sacchetti ha dovuto chiamare un minuto di sospensione, ma il vero time out, interno a se stessa, lo dovrebbe fare la squadra".

Stai sereno Meo

Davvero un periodo strano per Sacchetti. La domenica il derby come una interrogazione dopo brutti voti, presi non solo per colpa sua, che per taluni dovrebbero determinare la sua bocciatura ad anno in corso, provvedimento che personalmente giudico una follia. Il lunedì il lavoro a Roma con una Nazionale in partenza per due partite inutili e pericolose, non deve essere uno scandalo pensarlo, e anche scriverlo, ma una Nazionale di cui essere orgogliosi perchè intanto cominciano a esserci i giocatori, Pajola appunto, e non solo, magari avessero tanti allenatori il coraggio di Djordjevivc, e poi arriverà il gioco. Però è impossibile, o quanto meno difficile capire come la Fortitudo, intesa come ambiente, digerirà la partita: con sollievo o con una sbornia furiosa. Lo abbiamo visto tutti lo striscione dietro la panchina: era anche la dimostrazione più evidente di quanto il BasketBolla sia diverso dal basket in cui i tifosi contano e non poco. In pratica, l'invito a combattere era l'invito a essere fortitudini, nel bene e anche nel male come in questo lungo tunnel di inizio stagione. Mancava solo Caterina Caselli in sottofondo: "Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere". Non sa vincere, non ha ancora imparato come perdere, ma almeno la F stavolta, fino a quando ha retto, non ha sbragato. Al ritorno dall'Estonia Sacchetti ritroverà la squadra al completo. La squadra al completo ritroverà il coach ? Ma sui tifosi bisogna parlare di nuovo di Pajola. Avete notato che parlando di loro, lui ha guardato dritto in camera, convinto così tanto da essere davvero convincente, e ha dato l'appuntamento a tutti il prima possibile? Intanto, quando la regia utilizzava le camere basse sul campo, e non solo quelle a metà tribuna per riprendere il gioco, si vedeva che in tribuna di gente ce n'era ...

Chiusura con Djordjevivc e non solo

In questo sport che silenzia i giocatori, e non si capisce perchè, chi può riesce a parlare con gli allenatori. Non sono chiacchere da giornalisti, ma chiacchere tra amici. Per quello ne parlo, ovvero riferisco di un commento di Messina che dice di sentirsi in una bolla avulsa dal reale. E Djordjevic ha aggiunto: "L'anno scornso la sospensione è stata un brutto colpo. Ma quest'anno è diverso. Sappiamo benissimo che i problemi veri sono di altri, ma è difficile anche per noi. Ti viene il magone ogni volta. Capita che uno della squadra si debba fermare, sai che altri hanno avuto il Covid, ormai ognuno di noi conosce una o più persone che hanno avuto problemi. Quando sono venuto a Bologna, dove ci siamo trovati tu e io ? Appuntamento da Ivo per essere a casa, al Campione....". Già, è il magone di tutti, in campo e fuori, il minimo comun denominatore di questo campionato.

Per chi tifano i giornalisti sportivi? La fede calcistica di Caressa, Zazzaroni e gli altri
Inter-Torino 4-2: i nerazzurri soffrono ma la ribaltano con Lukaku e Martinez | Video

💬 Commenti