La figlia di Ezio, storica firma motoristica del Carlino, ricorda con queste parole Niki Lauda nel giorno della sua scomparsaNiki Lauda, uno dei campioni che ricordo anch’io, quando frequentavo le corse con mio padre, e Niki mi colpiva, come colpiva tutti quanti: freddo e rigoroso, ma lui, mio padre, a chiedersi se era soltanto apparenza. Lo pronunciava alla romagnola con la “v” al posto della “u” , e attribuiva a Lavda una rigidità solo esteriore. Le conferme, come scrive anche Enzo Ferrari nel suo “Flobert” , stanno nei trafiletti accanto all’articolo principale, quelli firmati e.p, in cui si raccontava il colore dei paddock e quel pizzico di gossip che ancora non era dominante. Gli piacevano sì le accelerazioni della Ferrari con Niki al volante, ma soprattutto il contorno, tanto che io stessa (come il Drake) correvo a leggere della bella Marlene Knaus, l’allora consorte, cui mio padre dedicava righe su righe sulle pagine del Carlino o di Autosprint. E poi, tornando all’apparente rigore del pilota, Pirezio diceva che uno che ama così le belle donne non può essere un freddo calcolatore. E infatti la vita personale di Lauda ci porta cinque figli con tre donne diverse, e due mogli amatissime, l’ultima Birgit che gli è stata vicina nei giorni della malattia, ma fu Marlene a condividere gli anni d’oro, e poi il tragico incidente, le fiamme, la devastazione e la ricostruzione. Ed è il suo concio gonfio, gli stupendi lineamenti, il suo sorriso abbozzato il ricordo di quei giorni, la donna che appariva più solida e tenace del campione. La notizia della morte di Lauda, peraltro alla vigilia della settima edizione del Premio dedicato a mio padre ("Ezio Pirazzini protagonista di una passione"), mi ha colpito profondamente e riportato alla mente quelle immagini e quei trafiletti, che un giorno o l’altro ripescherò dall’archivio di Pirezio.
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