Sebastian Vettel (Ph. Twitter)

Sei anni a Maranello, l'amore per la Ferrari, l'addio e il futuro. Di tutto questo ha parlato Sebastian Vettel in un'intervista al Corriere della Sera. Il pilota tedesco racconta la sua esperienza, dalla "convocazione" di Sergio Marchionne alla chiamata di Mattia Binotto per comunicargli la fine della sua avventura con il Cavallino. "Guardo avanti, il passato non si può cambiare", tra le frasi più significative del pilota tedesco. 

La telefonata di Marchionne e il bilancio

Quattordici vittorie, dopo Schumacher e Lauda il più vincente della Ferrari. Il bilancio, però, non soddisfa Seb: "Poteva essere più ricco: 14 è solo un numero, conta poco". Poi racconta la chiamata di Marchionne nel 2014: "Perché non costruiamo qualcosa insieme, le va di aiutarci a riportare la Ferrari a vincere? 'Gli dissi di sì' ".

Il primo giorno da pilota Ferrari

"Il 29 novembre del 2014, a Fiorano. Ero emozionato, ma anche concentrato sul programma intenso. Avevo già girato lì con la Toro Rosso, ma con la Rossa cambia tutto. Non lo dimenticherò mai".

La vittoria più bella e il ruolo di Marchionne

"La vittoria più bella in Malesia 2015, seconda gara, un inizio stupendo. E poi Montecarlo 2017. Chi era Marchionne per me? Un uomo molto potente, a volte impetuoso, aveva tanta influenza anche sulla F1. Non era un tipo facile, con lui era difficile discutere. Ma tutti lo rispettavano. La sua scomparsa è stata uno choc".

Leclerc non è stato l'inizio della fine. E Binotto...

"L'arrivo di Leclerc non è stato l'inizio della fine, un viaggio va valutato nella sua interezza", spiega Vettel, che afferma di non essersi sentito tradito dalla chiamata di Binotto che gli ha annunciato che non ci sarebbe stato il rinnovo con la Rossa: "Il nostro è un buon rapporto, è professionale. Sono abbastanza 'anziano' per capire e accettare le decisioni. Ho avuto un lungo periodo per riflettere sul dopo. Non porto rancore, non sono il tipo".

Nessun rimpianto, il parere sul capitolo Arrivabene e il futuro in Aston

Seb racconta di non aver alcun rimpianto perché "le cose succedono per un motivo. Nel bene e nel male. Il prossimo pilota dell'Aston Martin, però, guarda al passato sottolineando un aspetto sull'ex team principal Maurizio Arrivabene: "Da fuori non è stato compreso, ha avuto un ruolo molto importante nel rilancio. Mi sono trovato subito bene con lui". Poi uno sguardo al futuro Aston Martin che sa di promessa: "Mi aspetto belle cose".

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