Il 170° derby di Milano è nerazzurro. Vecino, de Vrij e Martinez (rigore) stendono il Milan. Bakayoko-Musacchio: gol inutili. Il Diavolo si sveglia tardi E’ la serata della Scala del calcio, quella che mette di fronte due tra le rivalità più importanti d’Italia. San Siro è una bolgia perché a Milano, nella 28^ giornata di A, è scoccata l’ora del derby tra Milan e Inter. Dal numero degli spettatori all’incasso complessivo - ben 5,7 milioni di euro -, dall’impressionante numero di tv collegate da tutto il mondo alle coreografie che vestono, infiammandolo, lo stadio sia nel suo aspetto esteriore che in quello interiore: tutto è pronto per una notte da brividi di grande calcio. I rossoneri, terzi in classifica e reduci da cinque vittorie consecutive in campionato, vogliono dare uno strappo importante in classifica ai danni dei cugini nerazzurri, a loro volta risucchiati in un periodo negativo macchiato dal caso Icardi e segnato dalla brutta prestazione casalinga e dalla conseguente sconfitta rimediata in Europa League contro l’Eintracht di Francoforte. Gattuso, forte della disponibilità dell’intera rosa a disposizione, schiera in campo i suoi con il classico 4-3-3: se Calabria, Musacchio, Romagnoli e Rodriguez fanno da guardie del corpo di Gianluigi Donnarumma, Bakayoko, vincendo il ballottaggio con Biglia, va a ricomporre la diga di centrocampo assieme all’ instancabile Kessie e all’imprevedibile Paquetà; nel reparto offensivo, Suso, Calhanoglu e Piatek sono i prescelti per scalfire la fisicità della retroguardia nerazzurra. Spalletti risponde con un tema tattico a specchio, composto da Handanovic in porta, Asamoah, Skriniar, de Vrij e d’Ambrosio in difesa, Gagliardini, Brozovic e Vecino nella zona nevralgica del campo, Perisic, Politano e Lautaro Martinez in attacco. Il fischio di Guida dà avvio al match: le squadre imprimono subito la propria aggressività quasi a scrollarsi l’ansia di dosso. In particolare è l’Inter a imporre il gioco nei primi minuti di gioco, trovando anche il gol del vantaggio dopo appena 180 secondi. Vecino, innescando Perisic dalla tre quarti, dà avvio all’azione che lo vedrà realizzare l’1-0: il croato si libera della marcatura rossonera con una bel controllo a seguire e crossa sul secondo palo per la torre di Lautaro trasformata in rete dal numero 8 nerazzurro, ottimo nell’inserimento e glaciale sotto porta. Il Milan accusa il colpo: il sinistro dalla distanza di Paquetà all’8’ fa il solletico ad Handanovic, il cui disimpegno plastico vale di certo il primo piano dei fotografi presenti a bordo campo. Al 17’ l’Inter sfiora il raddoppio: d’Ambriosio salta secco il proprio marcatore sulla destra e crossa sul secondo palo una palla velenosa su cui Calabria deve immolarsi per sventare il pericolo. Proprio il terzino rossonero, tre minuti più tardi, si rende autore di un cross al bacio per la testa di Paquetà, il quale, però, trova solo l’esterno della rete da ottima posizione. Al 24’, Calhanoglu, dopo un doppio uno-due con Bakayoko, cerca invano di sorprendere Handanovic con una rasoiata forte e tesa respinta alla grandissima dal portiere sloveno. Tra il 30’ e il 41’ l’Inter potrebbe dare il colpo di grazia ai rivali se Vecino e de Vrij non fallissero clamorosamente dal cuore dell’area di rigore due rigori in movimento. Le ammonizioni di Brozovic e Rodriguez condiscono un primo tempo in cui l’ordine e la superiorità a centrocampo dell’Inter hanno prevalso sulla disunione tra i reparti e sulla corsa a vuoto delle pedine rossonere.Nella ripresa, Gattuso decide di operare da subito la prima sostituzione: fuori Paquetà, dentro Castillejo. Il copione non sembra cambiare: se al 48’ è Gagliardini a impegnare Donnarumma, al 51’ è de Vrij a portare l’Inter sul 2-0 con un gran colpo di testa sul cross dalla destra di Politano. Il Milan non ci sta e trova al 58’ il guizzo per riaprire un match sinora a senso unico: sulla punizione forte e tesa di Calhanoglu, Bakayoko svetta in area e incorna sotto l’incrocio la sfera per l’1-2 meneghino. Una manciata di secondi più tardi, Gattuso richiama in panchina Rodriguez e spedisce in campo Cutrone dando un assetto ancor più offensivo ai suoi. Il risultato, in realtà, non è dei migliori. Al 67’ Politano, spina nel fianco della difesa rossonera, cerca e trova con un dribbling a rientrare il fischio di Guida, per il quale non ci sono dubbi: rigore e giallo al capitano del Milan per eccessive proteste. Dal dischetto, Lautaro Martinez è glaciale nel ristabilire il doppio vantaggio nerazzurro. Gattuso non ci sta e decide di mandare in campo Conti al posto di Kessie. Il Diavolo recepisce il dictat del proprio allenatore e accorcia nuovamente le distanze con Musacchio, bravo a farsi trovare al posto e al momento giusti per trafiggere Handanovic dopo la respinta corta dell’estremo difensore rivale sul cross tagliato di Suso deviato da d’Ambrioso. All’86’, è Piatek a sfiorare il pareggio con un colpo di tacco che si perde alto alle spalle di Handanovic. Un minuto dopo, Guida punisce col rosso diretto il fallo di Conti su Lautaro, ma la collaborazione di Calvarese dal Var corregge la decisione del direttore di gara, che mostra il giallo al terzino del Milan e allontana l’infuriato Spalletti dalla panchina nerazzurra. Le ammonizioni di Vecino, Suso e Gagliardini, i cambi di Politano e Vecino con Candreva e Ranocchia e il salvataggio provvidenziale di d’Ambrosio sul destro a botta sicura di Cutrone sono gli ultimi fotogrammi di una pellicola stupenda che, al triplice fischio finale di Guida, corre dritta dritta in tasca al Biscione, bravo ad uscire dalla crisi con una prova di carattere e a sorpassare nuovamente il Diavolo al terzo posto in Serie A.
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