Lungo editoriale di Mario Sconcerti sul Corriere della Sera per presentare la gara contro l'Irlanda del Nord, che può valere la qualificazione al Mondiale. Queste le parole di Sconcerti: “Siamo in una piena situazione pirandelliana, è chiaro dove siamo ma non chi siamo. Siamo campioni di una cosa grande, l’abbiamo conquistata noi, ma è labile come una serratura in mondo di ladri, dura pochi giorni, poi è di tutti. Siamo stati i primi appena quattro mesi fa. Bene. È possibile che prima dimentichiamo l’evenienza e prima ci qualificheremo ai Mondiali. Il calcio non ha ricordi, pretende meriti oggettivi che oggi l’Italia non ha”.

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Continua così il giornalista sulle colonne del CorSera: "Sono peggiorati quasi tutti i migliori. Parlo di vecchi professionisti solidi come Acerbi, ora dondolante come un ragazzino al primo appuntamento. Come Donnarumma, cancellato dalla sua scomposizione. Come Jorginho, arrivato quasi in silenzio in un luogo tecnico che non sapeva esistesse e si è come spaventato di essere lassù. Oggi a Belfast non bisogna essere eroi per portar via la partita. Sarà forse sufficiente giocare a calcio nel suo senso biblico, cioè correre, picchiare e ricordarsi di tirare in porta, cosa che facciamo sempre più svogliatamente. Sappiamo di non poter pretendere niente, sappiamo che siamo come gli altri, ma per il tempo di una gara vorremmo tutto. Non datecelo, cercatelo. Siamo con voi, chiunque siate oggi".

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