L'Inter si ritrova dopo nove gare ed affonda il Bologna, salendo al terzo posto. Poker del Milan, che schiaccia la Spal e riaggancia la ripresa

- di Enzo Cartaregia -  

Ci si muove soltanto sulla corsia di sorpasso. Poco importa se si debba spezzare crisi al limite del surreale, o risalire in fretta sul treno della ripresa. Per un week-end Inter e Milan dominano insieme la scena, con un balzo per una che stravolge gli equilibri della classifica. E seppure sarebbe stato impossibile, senza la netta complicità delle avversarie, le milanesi avanzano a grandi passi verso l’Europa. La resa del Bologna spinge infatti i nerazzurri sull’ultimo posto utile per accedere alla Champions. Il suicidio della Spal reinserisce invece i rossoneri nel ballottaggio per l’Europa League.

CONTRO LA CORRENTE. ARREMBAGGIO INTER – La soluzione è fatta della stessa materia del problema. L’Inter si rialza tra i fischi, navigando a vista tra incertezze e cattiva sorte. Per raggiungere la vittoria si lotta insomma a fatica, in ordine sparso. Ma al resto ci ha stavolta pensato il Bologna, malconcio tanto quanto gli uomini di Spalletti. Come, d’altronde, è plasticamente reso dalla settima sconfitta nelle ultime nove gare. Scontato l’ennesimo botta e risposta, è dunque servito l’acuto di Karamoh a mettere fine al loop. Unico protagonista, in una gara di comparse, il classe ‘98 ha posto fine ad un digiuno lungo otto gare con una rete memorabile, quella del 2-1. Saranno corsi e ricorsi storici, avranno pensato in Emilia, se lo scorso anno anche Gabigol si eresse a divo al suo esordio dal 1’, contro gli emiliani.

Ed accade senza Icardi. Oltre che con un 4-3-3 inedito. Controcorrente, insomma, l’Inter si ritrova in vantaggio dopo novanta secondi. Sembra una semplice catena di errori dei rossoblù quella che appoggia sul piede di Eder il pallone dell’1-0. Il vento fa però presto a voltarsi: Miranda, con una surreale piroetta, consegna la sfera a Palacio, che gela Handanovic e non esulta per il pari. San Siro applaude l’ex, come al suo ingresso. Intanto, i 46mila spettatori fischiano con foga Perisic e Brozovic. Il primo resta in campo da infortunato. Il secondo esce ed applaude, sarcastico, sfidando il patto di fiducia rinnovato ai suoi dal pubblico, numeroso anche a crisi aperta. La tensione è alta, ma il colpo di scena è già servito. Dalla trequarti Karamoh sgancia un missile che piega dei rossoblù senza la benché minima soluzione, destinati persino a chiudere in 9 per ingenuità di Mbaye e Masina.

Lasciando alle spalle i cinque pari consecutivi, l’Inter balza al terzo posto. Il crollo della Lazio spinge su proprio i nerazzurri, incalzati dalla Roma ma con un insperato vantaggio che rigenera il morale. E ne è cosciente Spalletti, che accoglie l’uscita dalla crisi prima ancora di capirne le cause. “Serviva una vittoria, un semplice premio che spezzasse una situazione difficile”, ha detto in sala stampa. Donadoni resta invece a focalizzarsi sulla “mancanza di determinazione”. I felsinei mantengono il +10 sulla zona B, ma quante altre formazioni sarebbero uscite indenni da San Siro. La luce, nel frattempo, è stata riaccesa. L’Inter non parla più di incantesimi. E non ha più alibi.

EFFETTO VALANGA. IL MILAN NON SI FERMA – Adesso, tra parentesi, ci finiscono i passi falsi. Che poi, quei quattro gol, siano fin troppi per una squadra che vince anche a corto di fiato e soluzioni, è un’ulteriore, chiara avvisaglia: il Milan prosegue sulla strada della ripresa ed ha ancora parecchio da dire. Intanto, il ritrovato cinismo dei rossoneri sta tutto nella passerella di Patrick Cutrone. “C’ha il veleno”, dice a riguardo mister Gattuso in sala stampa. E la stessa concretezza è evidente nella prova di forza dei rossoneri, passati “alle cose formali” anche ai danni della Spal. D’altra parte è evidente la fatica a rialzarsi da parte dei ferraresi, sconfitti per la tredicesima volta ed inchiodati in zona retrocessione.

Spicca però la quarta vittoria in cinque gare per il diavolo. Segno che, l’1-1 con l’Udinese, era soltanto un banale pit-stop. Tanto è comunque bastato a Ringhio, per tornare ad accelerare alla guida dei suoi, cambiando strategia in corsa. Il 4-3-3 cambia allora, così bene da sbloccare alcuni malati cronici della pazza stagione milanista. Davanti si rivedono Suso e Chalanoglu sugli esterni, con Cutrone al centro. Sembrano appunto poco più che un dettaglio le noie fisiche di Kalinic, destinato comunque alla panchina. Ed è subito decisivo, il centravanti rossonero, in gol dopo appena due minuti su una respinta di Meret. La Spal è piegata fin dentro le proprie certezze, schierata col solito 3-5-1-1 che stavolta regge appena un’ora.

Nella ripresa, Cutrone raddoppia. Torna al gol Borini, che firma il tabellino dopo essere subentrato. Si sblocca finalmente Biglia, al primo gol in stagione, che rende nero il weekend dei padroni di casa. A rischio c’è ora la panchina di Semplici, con gli emiliani staccati di un punto da tutte le rivali, Chievo escluso. Altrove ci vola invece il Milan, subito concentrato in vista del tour de force tra Serie A ed Europa League, di ritorno giovedì in Bulgaria. Nel frattempo, in Italia, con l’Atalanta alle spalle, Bonucci e compagni salgono al settimo posto, a -3 dalla Sampdoria. Ed a San Siro, domenica, la sfida è coi blucerchiati per quel posto che salverebbe la stagione. Nulla è però per sempre. Né la ripresa, né un aggancio. Né tantomeno l’Europa. Neppure per le altre.

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