L'Europeo se ne va e in una giornata lo sport italiano dà una piccola lezione al mondo; si perde all'All England Lawn Tennis and Croquet Club con il sorriso e i modi garbati di Berrettini, si vince a Wembley con la determinazione degli immarcescibili Bonucci-Chiellini, l'amicizia di uno staff che così cementato al proprio interno non è mai stato e le parate del miglior portiere del mondo, ultimo capolavoro su un campo da calcio di un mister che quello che sa fare lo ha fatto alla grande con Donnarumma e poi, mischiando sfortuna, responsabilità sue e precise scelte societarie, si è un po' scordato di come si fanno prorompere sulla ribalta internazionale i giocatori.

Dalle competizioni internazionali, Europei e Coppa America, il Bologna esce, se possibile, ulteriormente rimpicciolito nella sua dimensione globale. Nessun convocato in maglia azzurra, e i tre "gioielli" parti di altre selezioni (Skorupski, Svanberg e Skov Olsen) lontani comprimari di squadre che non si sono evidentemente fidate di atleti privi di qualunque esperienza recente di calcio globale a livello di club. Quando si minimizza, si brutalizza, si irride l'anelito a fare meglio (irrisione: sport nel quale la Bologna "sempre contenta" ormai ha preso un alloro olimpico), per esempio a disputare una coppa, si colpisce non solo l'animo nobile di una città che una vocazione internazionale la possiede fin da prima della conquista romana, ma si impedisce a un protagonista del campo di migliorare, il cui tragitto è uno solo, cioé misurarsi con chi è più forte. Con l'obiettivo di batterlo, non di scansarsi, basta che ci intendiamo.

E così, senza Palacio e senza Danilo, con Van Hojdoonk, Bonifazi e un sacco di esuberi rientranti, oltre a chi era rimasto in rosa da "sopportato", il Bologna si accinge a partire per l'ennesimo ritiro che sarà un cantiere aperto a metà: tanto c'é sempre un Benevento, una Salernitana che prenota le tacche inferiori e quindi perché sbattersi a provare di fare meglio? Arnautovic può arrivare anche ad agosto avanzato, in questa logica, al limite a gennaio, quando Barrow volerà alla Coppa d'Africa e una punta ci vorrà per forza. Si può sempre ritentare di comporre la coppia Santander-Falcinelli, due giocatori privi di richieste effettive che potrebbero anche essere oggetto di rilanci in chiave rossoblu. Difficile, ma ci sarà sempre una voluta di fumo del coordinatore dell'area tecnica, tra un verso della Divina Commedia e un collegamento con Radio Marte a parlare d'altro e d'altri, che darà sostanza poetica all'operazione, e qualcuno pronto ad applaudire e a dire grazie "solo perché esisti". Film, o anche solo videoclip, già visti. Anche il Principe di Seborga ha i suoi sudditi. 

A questo proposito parlo, credo e spero a ragion veduta, ai colleghi più giovani. Ci sarà pure un limite nell'accettare le veline ufficiali senza un minimo di decrittazione. "Il Bologna si sta rivolgendo ai legali per interpellare lo Shanghai": sì, a quale titolo? E' un loro tesserato. Quando non lo sarà più, sarà libero di negoziare. Prima, non sono affari nostri. Semplicemente. 

Gli Europei azzurri, declinati al ragù, erano cominciati con proteste perché "Orsolini è meglio di Chiesa" (chiamate il 118, stasera, tra un anno magari è vero) e "Soriano non merita questo trattamento" (la dotazione qualitativa di mezze ali di Mancini rivaleggia con quella di Fabbri nel '66 e Valcareggi nel '68 e '70, delle volte è solo sfortuna). Mancini ha letto i rilievi, chiuso un punto a padel al Country a Villanova e tirato diritto. Conosce Bologna, in fondo dai suoi anni è solo un po' più sclerotica. 

Dei convocati il più produttivo per la sua maglia è stato Gary Medel (quattro presenze piene + 68' nella quinta gara), che è un'icona calcistica cilena, ma soprattutto aveva totalizzato ben 11 presenze in stagione con il Bologna, in pratica si era riposato tutto l'anno. Nico Dominguez ha messo insieme 28' di impiego con la camiseta argentina, alla pari dei 33 di Andreas Skov Olsen, utilizzato le prime due gare e poi, l'Amleto di sempre, lucchettato in panca. Svanberg sempre in tribuna, in una nazionale, quella svedese, in cui ha giganteggiato Ekdal, fatto il cambio Krafth e giocato poco Kulusevski. Skorupski, terzo portiere polacco, non ha mai visto il campo. 

Il segnale minimamente significativo che ha dato il club è stato di abolire la conferenza stampa di avvio del ritiro da parte del mister. Si parte con i dribbling mediatici. Avremmo preferito quelli sulla pelouse. 

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